Un "grazie" iridato a Michel Fabrizio per l'Inno di Mameli

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 11 mag 2009
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Le note dell’inno di Mameli sono state il miglior completamento di una grande giornata di motociclismo. La pagina scritta ieri a Monza dalla Sbk è stata superba e i piloti, le Case, i Team l’hanno interpretata magnificamente.

Il tricolore è salito sul pennone più alto grazie a Michel Fabrizio. Il pilota della Ducati factory, centrando il suo primo successo iridato, ha così definitivamente chiuso il non breve ciclo di “apprendistato” e finalmente può misurarsi alla pari con i “super” della categoria, senza quei timori reverenziali che spesso lo hanno frenato.

La vittoria di Fabrizio è una vittoria senza “ma” e senza “se”. E’ una vittoria frutto di una condotta di gara eccellente, di una guida di altissimo livello, con una moto a dir poco straordinaria. Non è colpa dell’italiano se la Yamaha di Spies si è ammutolita a poche centinaia di metri dal traguardo. Pur senza nulla togliere al valore di un fuoriclasse come Spies, la vittoria di Michel non è “rubata”.

Alla fin fine conta il risultato e quel che c’è scritto sull’Albo d’Oro. Proprio a Monza, Giacomo Agostini colse con la MV Agusta 500 una … insperata vittoria decisiva per la sua carriera, ai danni di uno sconsolato Mike Hailwood, appiedato sul finale da un guasto al cambio della sua Honda dopo aver dominato la corsa.

Le corse sono le corse. Vince chi taglia per primo il traguardo. La dea bendata, di solito, toglie e concede.

Il punto è proprio questo: adesso Fabrizio, che a Monza ha “avuto”, deve dare continuità alla sua azione di protagonista, deve definitivamente abbandonare gli “alti e bassi”.

Non sempre si può vincere. Ma un grande campione, con mezzi competitivi, deve essere in grado di lottare sempre per la vittoria.

Il “ciao ciao” di Michel nel sorpasso a Spies non va inteso come una “guasconeria” o, peggio, un atto di “affronto”. Il “salutino” ci può stare: tutti i grandi l’hanno “regalato” o l’hanno “subito”. Conta, anche qui, la misura. E anche su questo Fabrizio deve adesso dimostrare di essere “maturato”.

Il motociclismo ha adesso in Fabrizio un nuovo grande protagonista. E questo fa bene al motociclismo, specie quello Made in Italy. Non si può non essere soddisfatti e dire: bravo Michel! E brava Ducati!

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