Termina tra emozioni sorrisi e difficoltà la prima edizione della 20.000 pieghe
Dopo nove mesi di duro lavoro la 1a edizione delle 20.000 Pieghe è divenuta una realtà e con lei tutto quanto era legato a questo sogno si è avverato!
Come era stato promesso è stato un Trail durissimo, per le difficoltà delle strade, della navigazione, della fatica, per la situazione atmosferica dal caldo torrido alla pioggia di sabato che si è abbattuta sulla carovana. Come previsto e annunciato a tutti i partecipanti sono stati 1300 km infernali, disseminati di Controlli Orario (per controllare la media oraria imposta) e decine di Controlli Timbro (con cui veniva verificato che i partecipanti seguissero il corretto itinerario senza tagli o eccessive variazioni).
Così il viaggio ha attraversato paesaggi incantevoli e sconosciuti, i profumi ed i sapori ci hanno esaltato ed i compagni di avventura si son trasformati tutti in amici in questi tre magici giorni tra San Remo e San Marino. La fatica è stata tantissima, a volte troppa, tanto da segnare per sempre la memoria dei partecipanti ma il premio finale, il traguardo ma in fondo è stato una festa, un’ovazione continua. La parte più commovente è stata l’arrivo dove molti non hanno trattenuto le lacrime una volta terminato il tour di fronte alla inevitabile divisione del gruppo.
Perché oltre alla fatica e alle difficoltà affrontate è l’emozione profonda e impagabile lasciata nel cuore dei partecipanti la cosa più bella e l’essenza dell’intero tour. Per tutti c’era solo una domanda non si può fare una seconda edizione tra pochi mesi senza dover attendere il prossimo anno?
La durezza della prova e le difficoltà del regolamento sono ben sintetizzate dal fatto che dei soli 32 giunti al traguardo(su 54 partenti), solo 6 hanno maturato i punti necessari a conseguire l’attestato di Laurea in 20.000 Pieghe, ottenibile a patto di mantenere un punteggio positivo e quindi senza incorrere in eccessive penalità.
Migliori assoluti sono stati Mauro Turaglio e Caterina Rossi (unico equipaggio “in coppia” alla partenza) su BMW R100GS Dakar seguiti da Maurizio Pignato su Yamaha FZ1. Molti prima della partenza chiedevano all’organizzazione se un eventuale “passeggero navigatore” satellitare sarebbe stato determinante nella navigazione o se avesse appesantito inutilmente la moto, la risposta (fornita da Mauro Risso anima e ideatore del progetto) di solito era “in generale no, ma senza dubbio un passeggero può aiutare nella navigazione, ma la cosa migliore è prepararsi preventivamente lavorando sui metodi classici (la vecchia cartina) e aiutandosi con dei GPS”.
Ma questo è un tour che premia la costanza e l’attenzione ad ogni dettaglio, così chi ha partecipato con moto super-tecnologiche si è visto spesso superare nel risultato da chi aveva interpretato quest’avventura con maggior concentrazione. La formula prevedeva un plus di punteggio a chi partecipava con una moto particolarmente anziana, e così abbiamo visto Giuliano Faraoni sempre tra i primi, lui che sommando gli anni della moto ai suoi superava la quota dei 75, beffato nel finale nel conseguimento della Laurea da un consiglio errato di alcuni compagni di viaggio.
Abbiamo visto una fantastica Lucia Bonaldo stringere i denti sulla sua non certo confortevole Ducati 748 per rimanere sempre davanti al suo gruppo, grandissima. A lei ed a Caterina Rossi (passeggero e attenta navigatore del Dakar) sono andati i 2 “Premi Coraggio”. Motoblog ha seguito il gruppo direttamente dalla sella della sua due ruote immortalando ricordi e emozioni uniche che narreremo nel prossimo post con il resoconto giornaliero dei tre durissimi giorni della prova.
Su tutto resta comunque il premio più grande rappresentato dall’entusiasmo e dalla partecipazione emotiva dello staff e di tutti gli iscritti a questo massacrante road stradale che ha portato la carovana a scoprire dei posti tanto spettacolari da apparire impensabili e tutti racchiusi in uno spazio di terra tanto ridotto. Paesaggi mozzafiato che in tutti hanno fatto nascere il medesimo pensiero: “non pensavo esistessero tanti posti di questo tipo nella nostra piccola Italia, posti che mai avrei scoperto se non partecipando alla 20.000 pieghe”.
Un altro dei lite-motive quotidiani era: “pensavo che in Italia ci fossero solo i 5-6 passi più noti, mentre qui ne abbiamo già passati 35 e ancora manca mezza giornata all’arrivo”. In effetti i passi appenninici attraversati sono stati in tutto 41 di cui alcuni veramente spettacolari come il passo di San Fermo, il passo del Foiano e molti altri ancora. La media è stata di circa 40km/h e su molte strade, neanche troppo asfaltate, si faceva fatica ad inserire la seconda e terza marcia, ma lo spettacolo di cui si godeva una volta arrivati in cima ripagava largamente di tutte le fatiche incontrate.
La durezza della competizione resta dimostrata non solo dall’esiguo numero di moto che sono terminate “a punti” ma soprattutto dai 22 equipaggi ritirati durante il percorso. Qui di seguito la classifica finale mentre nei prossimi giorni. Oltre a Motoblog tra gli sponsor sostenitori dell’evento ricordiamo Aez (che ha messo in palio dei set di cerchi per i vincitori) – Yamaha (che ha premiato con caschi e giacche le prime tre Yamaha classificate e coinvolto i propri club) – Kiron (che ha fornito integratori alimentari per i partecipanti) – Tucano TCS e Slam (che hanno messo a disposizione alcuni loro prodotti) – Ducati (che ha coinvolto i propri club nell’evento) – In Moto Puclicor e Bike Expò (che hanno promosso l’evento).
Tutte le info le trovate su: www.adventuriders.com