WSBK: La sfortuna non mette in ginocchio la Ducati

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 29 giu 2009
WSBK: La sfortuna non mette in ginocchio la Ducati


La brutta caduta di Haga a Donington pare molto meno grave di quanto annunciato all’inizio. In mattinata Nori sarà operato per la riduzione della frattura all’ulna del braccio destro. Ma la nuova Tac ha escluso fratture vertebrali.

Una bella notizia che non può che rallegrare tutti. Al massimo il pilota giapponese salterà il prossimo appuntamento del 26 luglio a Brno, rientrando al Nurburgring a inizio settembre. A questo punto le chanches iridate della Ducati si riducono. La “botta” di Donington ha reso ancor più difficile una situazione che già cominciava ad essere preoccupante per la Casa di Borgo Panigale.

Spies era (ed è) comunque lanciatissimo, in pieno recupero: l’aggancio e il sorpasso in classifica generale sono a portata di mano. E adesso?

Adesso la Ducati deve prendere atto di una situazione in salita. Situazione che dall’inizio del campionato 2009 aveva già visto la Ducati con il gap dell’abbandono del grande Bayliss, e la Yamaha “trovarsi” in casa Ben Spies, il vero fenomeno di questa Sbk. Solo qualche “guaio” tecnico della moto dei tre diapason e qualche “eccesso” del fuoriclasse americano hanno consentito la fuga di Haga, peraltro inizialmente molto in “palla”.

Sono però state sufficienti poche gare per constatare la superiorità del binomio Spies-Yamaha. Serve poco, adesso, stabilire se è il pilota a fare la differenza. Di certo Spies è oggi il più forte in pista. Ma, come sempre, senza un mezzo all’altezza non si vince e soprattutto non si domina in modo così perentorio. Risultati alla mano, il pacchetto Spies-Yamaha è (almeno in questa fase) in grado di fare la differenza. Addirittura, Ben sembra giocare sempre più spesso al gatto col topo.

Ciò non vuol dire che la Ducati è fuori gioco. Evidentemente la Casa italiana resta competitiva, l’unica davvero in grado di ostacolare la marcia trionfale della Yamaha di Spies.

A Borgo Panigale devono reagire alla malasorte e costruire la controffensiva. Senza “strafare”. Bisogna essere lucidi e realisti. Che vuol dire valorizzare ciò che si ha in casa (e zone limitrofe) e non mandare tutto all’aria.

A meno di situazioni impreviste, (e se l’incidente non lascia a Nori ulteriori strascichi) non c’è niente da cambiare, rispetto alle strategie e ai due piloti ufficiali. Non c’è da fare, allo stato attuale, nessun cambio di casacca. Haga e Fabrizio giochino le proprie carte, alla pari. Come è stato fin qui. E questo va a merito ed onore della Ducati.

Evocare oggi il ritorno di Bayliss è solo esercitazione “culturale”. Caso mai, se possibile, va “aiutato” in tutti i modi qualcuno che già corre con la bicilindrica di Borgo Panigale. Il nome spetta a Davide Tardozzi, farlo.

Ci vuole fermezza. E fortuna. Poi si dovrà pensare (e ripensare) al 2010. Ma adesso bisogna chiudere “bene” questa stagione. Meglio che si può. La fortuna, si sa, aiuta gli audaci.

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