Ducati e il futuro oltre la crisi: tante novità all'EICMA 2009 e uno sguardo rivolto a nuovi segmenti di mercato

Di Marco F.
Pubblicato il 21 lug 2009
Ducati e il futuro oltre la crisi: tante novità all'EICMA 2009 e uno sguardo rivolto a nuovi segmenti di mercato


La crisi economica sta condizionando pesantemente il mercato della moto: per rispondere a questa emergenza, grandi aziende giapponesi come Honda e Yamaha, sono state “costrette” a prendere decisioni impopolari e dolorose, come l’abbandono del Salone di Milano per l’anno 2009.

Per conoscere la situazione e le soluzioni scacciacrisi adottate dai marchi nostrani, abbiamo quindi voluto ascoltare il parere di una delle aziende simbolo del motociclismo Made in Italy: la Ducati, che ha espresso il suo punto di vista attraverso le parole del direttore marketing Diego Sgorbati.

D: La crisi economica ha costretto Honda e Yamaha a disertare il salone EICMA 2009. Cosa farà Ducati? “Crediamo che come azienda italiana da un lato e testimone del made in italy dall’altro, nonostante non sia un anno facile per nessuno, sia fondamentale mantenere alto il livello dell’happening più importante dell’anno nel mondo delle moto. Siamo piacevolmente costretti a partecipare…”

D: Quanto pesa sul bilancio di una azienda come Ducati la partecipazione ad eventi di tipo espositivo come il salone di Milano? “E’ effettivamente molto costoso. Se per altre aziende può significare spendere circa un milione di euro, in proporzione al fatturato, per noi partecipare ad un evento come EICMA può essere meno oneroso ma ugualmente impegnativo.”

D: Quanto conta nel cuore degli appassionati la presenza o l’assenza di un marchio all’interno di un salone? “E’ difficile dirlo. L’unico modo per verificarlo sarebbe non partecipare ai saloni… Per una marca come Ducati, molto legata all’esperienza e alle persone, una marca non fredda e calcolatrice, ma intensa e accalorata, la presenza al salone e l’incontro coi ducatisti è un qualcosa di molto importante. Non dimentichiamoci poi che una fiera come quella di Milano è un Salone dove si fa anche business: si fanno affari, si incontrano i concessionari e c’è tutta un’intensità di relazioni B2B.”

D: C’è il rischio che gli appassionati possano perdere la voglia di visitare il Salone? “Nel breve periodo son convinto che riusciremo a non far sentire troppo la mancanza dei colossi giapponesi; nel lungo periodo però potrebbe essere minacciosa questa cosa, perché se l’assenza di grandi produttori si dovesse protrarre fino al 2011 e oltre, allora gli appassionati potrebbero veder svuotato di contenuto questo evento.”

D: Quanto pesa per Ducati la crisi economica globale? “Pesa abbastanza a dire il vero: sia in Italia che nella totalità dei mercati in cui operiamo, stiamo andando meglio di come và il mercato. Ciò significa che guadagniamo quote di mercato ad una velocità superiore a quella che ci aspettavamo, ma è anche vero che con le quote di mercato non si pagano gli stipendi, perché si pagano con le moto vendute. E’ come dire che si mangia metà torta invece che una fettina, ma la torta è molto più piccola.”

D: Che cosa porterete al Salone di Milano? Quali novità ci attendono nel 2010? “Per il 2009 vi proporremo tante belle novità di Ducati, nel senso letterale del termine. Ci sarà più di una moto e saranno vere Ducati. La tanto vociferata Custom Cruiser però non ci sarà. Mentre la cosiddetta “enduro stradale”, di cui avete pubblicato più foto spia ci sarà, ma dobbiamo dire che a noi non sembra proprio un enduro stradale…”

D: La Custom Cruiser quindi è momentaneamente sclusa dai vostri progetti? “In un orizzonte temporale ragionevolmente interessante per gli utenti escludiamola pure. Se la produrremo tra 4 o 5 anni oggi è difficile dirlo, perché la motocicletta “custom” è una di quelle strade che Ducati sta tenendo d’occhio, per capire se il marchio può avere un interesse o un’attrattività anche all’interno di segmenti che non sono quelli tipicamente Ducati.”

“Ducati con la stessa attenzione guarda anche ad altri segmenti, come quello degli scooter, delle custom, dell’enduro e del fuoristrada. E’ normale che un azienda guardi al di là del proprio territorio elettivo. Prima però di decidere di intraprendere una strada ci sono “N” livelli di barriere, che sono tecnologiche e anche distributive. Quanti concessionari conosciamo che riescono a vendere bene sia le superbike che le moto da cross? Inoltre bisogna capire l’anima del prodotto, quanto è in sintonia con la marca. Non è detto che ciò che era in sintonia 20 anni fa lo sia anche oggi.”

D: Qual’è il ciclo di vita ideale del prodotto Ducati? “Per una serie di motivi, che sono positivi sia per il consumatore che per l’azienda, cerchiamo di mantenere dei cicli di vita che siano il più lunghi possibile. Cerchiamo di lavorare su cicli di vita di 6 o 7 anni, magari mettendo a metà vita un restyling o un miglioramento tecnico.”

D: Cosa pensate delle moto a zero emissioni: Ducati ha in cantiere una moto ibrida o elettrica? “Noi siamo estremamente interessati a tutte queste tecnologie, però la domanda è: l’utente delle due ruote oggi si sente realmente responsabile dell’inquinamento delle città e cerca un modo per inquinare di meno? Rispettare le attuali e future norme di inquinamento per le moto è ancora fattibile con l’affinamento della tecnologia esistente e Ducati ha un piccolo vantaggio dal desmodromico, che controlla molto bene la combustione nel motore.”

“Ci sono però delle istanze interessanti, relative all’ibrido o all’elettrico, che non sono legate all’inquinamento ma, ad esempio, al rumore: una moto da cross elettrica può permettere di avere una pista da cross in centro a Milano, dove gli appassionati potrebbero andare ad allenarsi dopo illavoro…”

D: Siete consapevoli del fatto che Ducati abbia certe volte un immagine di marchio con qualche difetto di troppo? “I commenti dei motociclisti li sentiamo anche noi, non viviamo in una torre d’avorio; siamo consapevoli che c’è una barriera all’acquisto di moto Ducati legata alla percezione di qualità e affidabilità. La percezione che le persone hanno è legata ad alcune carenze qualitative del passato con cui l’azienda sta combattendo quotidianamente. Noi monitoriamo con attenzione la qualità dei nostri prodotti e, per quanto sia possibile, misuriamo anche il livello dei concorrenti. La qualità di un prodotto Ducati attuale non è certo inferiore a quella degli altri prodotti europei. L’immagine di una marca però si muove con una velocità inferiore a quella che è la realtà delle cose; Ducati si impegna ogni giorno con serietà per cercare di dare veramente un prodotto di altissima qualità.”

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