Yamaha Morphous, il "suppostone"

Di Nick
Pubblicato il 30 giu 2005
Yamaha Morphous, il

Nel periodo giurassico dei primi anni ’90, sulle nostre strade si potevano sporadicamente incontrare degli strani mezzi, sgraziati ma confortevoli, che noi ragazzi avevamo ribattezzato “cessetti” per la caratteristica colorazione azzurrognola, per la seduta curiosa che doveva assumere il pilota e per le proporzioni… non proprio da galleria del vento.
Anni dopo ho scoperto che quello strano veicolo veniva prodotto dalla Honda, era il primo “scooterone” e per primo aveva cominciato a diffondere nelle nostre città la filosofia del cambio automatico unita ad una cilindrata importante, degna di un medio raggio.
Quindici anni dopo, volenti o nolenti, il nipote dell’Honda Spazio (meglio, CN250) è atterato tra noi.
Già ribattezzato “suppostone” da qualche geniale web-surfer per la caratteristica forma non propriamente corsaiola (che nasconde ben 2 vani portacasco all’anteriore e posteriore), il nuovo modello della casa giapponese presenta ruote da 13 pollici (decisamente piccoline se paragonate alla sagoma, come il buon ‘cessetto’ insegna), freni a disco, forcella a perno ‘trascinato’ e doppio ammortizzatore posteriore.

Il propulsore è un 249cc – con doppio albero a camme e quattro valvole – alimentato ad iniezione elettronica, capace di 15kW di potenza e 21Nm di coppia. Già disponibile in Giappone e in vendita dal 2006 negli Stati Uniti, non ne è prevista ancora l’importazione in Europa.
Il suo nome reale è Yamaha “Morphous” (declinazione statunitense del modello originario Maxam, già presentato in Giappone qualche mese fa) ma nei nostri cuori rimarrà per sempre come l’affettuoso “suppostone”.

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