Rossi e Lorenzo: due "galli" nello stesso pollaio. Dura minga!
Dal Sachsenring, Valentino Rossi esce guardando tutti dall’alto. Non è solo una questione di classifica generale, che pure conta.
L’otto volte campione del mondo dimostra con i fatti, cioè con gare/show al limite della perfezione tattica e agonistica, di non avere nessuna intenzione di “abdicare”. Tanto meno di passare la “corona” al co-equipier Jorge Lorenzo.
Rossi gira col pallottoliere, per il “palmares”: dopo il titolo iridato numero otto, c’è il titolo numero nove e così via. Allo stato attuale, dopo 60 anni di motomondiale, davanti al Dottore restano soltanto mostri super sacri come Mike Hailwood (9 titoli), Carlo Ubbiali (9), Angel Nieto (13) e l’icona Giacomo Agostini (15).
Ma, per il pesarese, i titoli sono la conseguenza, non il fine. Valentino, forte di una classe naturale, di esperienza e fermezza psicologica extra, è spinto dalla convinzione interiore che è lui il “migliore” in pista. Usa la tattica degli Orazi e Curiazi: si mette davanti, poi rallenta e “infilza” chi lo segue. Una volta, due volte, tre volte. E’ così che mette ko Stoner, Pedrosa, Lorenzo.
Ma la tattica è un dettaglio. Valentino non “domina” la moto, si fonde con il mezzo, quasi estraniandosi dal contesto esterno, persino dalla corsa. Uno così ritrova se stesso, nutre il proprio orgoglio, esaltandosi ed esaltando, solo nella vittoria. Così ogni volta supera l’esame della volta dopo, del misurarsi con il “nuovo” arrivato.
Adesso tocca a Jorge Lorenzo. Il maiorchino la stoffa ce l’ha. E’ un purosangue. Come lo sono, pur con caratteristiche diverse, Stoner e Pedrosa. Come lo era Biaggi.
Anche il Sachsenring dimostra che il “maestro” resta Valentino e Jorge deve limitarsi a fregiarsi del titolo di “delfino”, se pur di lusso. Questi i fatti.
Fatti che stanno definendo la classifica generale e tracciano il solco in Yamaha fra il caposquadra (Rossi) e il vice (Lorenzo). Se lo spagnolo si “accontenta”, tutto filerà liscio fino al termine del campionato. Altrimenti si passa alla situazione classica dei “due galli” nello stesso pollaio. Una storia già vista (più volte) nel motociclismo. E’ sempre finita male (per uno dei due galletti).
La Yamaha è attualmente la moto più competitiva. Per la Casa dei tre diapason la “certezza” è Rossi, cui (al limite) si può anche sacrificare (a malincuore) un fenomeno qual è Lorenzo.
Tutto e di più, coccole comprese, a Valentino.
Può darsi (anzi, è cosa certa) che a Jorge la giubba di “secondo” stia stretta. Se così fosse, al maiorchino restano due possibilità: o mettere davvero le ruote della sua Yamaha davanti a quelle della Yamaha di Rossi, o prepararsi a cambiare aria e approdare alla Honda con la terza moto ufficiale affidata al costituendo team di Giampiero Sacchi.