Donington con Rossi "dittatore" in pole. Inseguono Pedrosa e Lorenzo. Delude Stoner
C’è chi lo definisce “forcing psicologico”, quello di Valentino Rossi. Di fatto, quello del campione del Mondo, altro non è che la dimostrazione di chi, anche oggi a Donington, dimostra di essere il più forte.
Il più sicuro e più veloce in pista: fulmine nel giro secco (1’28. 116) e martello pneumatico nel passo, con ripetuti round sul 28 e uno. Quarta pole stagionale, musica di alto, altissimo livello. Acuti che trascinano l’applauso sui prati verdi inglesi e mandano in estasi gli aficionados davanti alle tv di mezzo mondo.
E mettono in ginocchio gli avversari: Dani Pedrosa che, gran secondo, a soli 95 millesimi, spezza il dominio Yamaha, e lascia a Jorge Lorenzo “solo” la soddisfazione di chiudere la prima fila (comunque per lo spagnolo 10 prime file in dieci GP 2009!).
Sì, un Pedrosa così può far da terzo incomodo e di più, può essere decisivo nel braccio di ferro fra i due piloti della Yamaha: per la corsa e per il titolo.
Continuando a chiamare le cose per nome, delude Stoner. Non tanto per il quarto tempo fatto con la seconda moto (primo della seconda fila, per la seconda volta fuori dalla prima fila quest’anno). E neppure per le due scivolate della giornata. Ma per l’atteggiamento “sconsolato” dell’australiano, specie nel box Ducati, atteggiamento che sconcerta e rischia di smontare lo stesso team di Borgo Panigale.
Il mistero di Casey resta tale: cos’è che davvero non va? E’ come se si fosse inceppato il meccanismo. L’azione del canguro si è appannata, tanto da relegarlo ultimo, fra i “magnifici quattro”. Urge, lo ripetiamo da tempo, la risposta. Ma, vista la situazione, forse adesso (domani) ci vuole un miracolo.
E dietro? E’ un’altra corsa. Si difende Dovizioso, quinto ma lontano dal compagno di squadra Pedrosa. Si difende Edwards, sesto. Molto bene Melandri, settimo, recupera Toseland (nono), male De Puniet, male Kallio (11esimo dopo sprazzi positivi a metà prove), male De Angelis, tutti e tre in quarta fila.
Crisi nera per le Suzuki (Verlmeulen e Capirossi 13esimo e 14esimo!). Tornato nel pozzo Hayden (quindicesimo) e niente da aggiungere sul “povero” Canepa. A terra anche Talmacsi.
Si respira aria da “dittatura” di Rossi. Ma Pedrosa c’è e Lorenzo è uno che forse impara molto dal “suo” maestro: che giochi a nascondino? Domani si vedrà.