Donington: Stoner perde la "trebisonda". La Ducati non può perdere la faccia

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 26 lug 2009
Donington: Stoner perde la


L’azzardo si tenta quando non c’è più niente da fare. E’ così nello sport e anche nella … vita. La carta del “o la va o la spacca” è sempre l’ultima, quasi sempre una carta sbagliata, addirittura “suicida”.

Perché a Donington Stoner ha voluto imporre la scelta della gomma rain sin dalla partenza (non stava piovendo) e perché la Ducati ha dato o subito l’ok?

In passato altri piloti allo start hanno giocato l’azzardo della gomma slik sotto il diluvio e, viceversa, la gomma rai con pista asciutta. Sperando nel cambio repentino delle condizioni meteo. Ma erano piloti fuori gara e fuori classifica che, appunto, non avevano niente da perdere.

Ben diversa la situazione di Stoner e della Ducati, sia rispetto alla corsa, sia rispetto alla classifica. Il disastro conseguente (Stoner e Hayden ultimi e penultimi e doppiati, con l’australiano che getta al vento una grande occasione) dimostra che si è persa la “trebisonda”.

Che Stoner non fosse in palla, lo si vedeva da tempo. Ma la scelta di oggi a Donington pare fatta apposta per evitare la battaglia in pista, quasi un forfait.

Se, come sembra, la scelta è stata fatta dal pilota, è a lui che vanno chieste spiegazioni. Ed è la Ducati a doverlo fare, subito.Non si tratta di tirare le orecchie al pilota che ha portato a Borgo Panigale il titolo iridato MotoGP. C’è però da capire cos’ha davvero Stoner.

Si può sbagliare. Ma la scelta del disastro di Donington non deve essere il primo atto della resa.

Stoner è un fuoriclasse, va aiutato e messo in condizione di esprimersi al massimo delle sue possibilità. Ma Stoner è un pilota, non può decidere lui (solo) le strategie di gara, tanto meno le sorti di una azienda. La Ducati, così facendo, può perdere il mondiale e, quel che è peggio, può perdere la faccia.

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