Pikes Peak 2009: Giuliano Covezzi "Rookie of the Year"
Giuliano Covezzi lascia una traccia indelebile sulle montagne rocciose americane: 4° posto assoluto nella categoria top rider e primo fra i piloti europei, in quella che viene definita la “gara fra le nuvole”, il Pikes Peak Hill Climb 2009. La Pikes Peak è una manifestazione alla quale gli sportivi americani non vogliono rinunciare.
Oltre 75000 spettatori assiepati lungo un tracciato di 20 km, con la partenza posta a 2300 mt. e l’arrivo a 4400 mt. Asfalto e sterrato, senza tregua, in un susseguirsi di rischi che solo gli specialisti sanno rendere innocui. Niente barriere a fermare la corsa dei mezzi meccanici, con dirupi di oltre 1000 mt. ad attendere l’errore del pilota.
Covezzi non ha commesso errori: nel tratto asfaltato ha tenuto testa ai più titolati Davey Durelle, vincitore della gara con l’altra Aprilia SXV, Gary Trachy e Jeff Grace, plurivincitori della manifestazione. Covezzi, in sella ad una Aprilia SXV, ha fatto segnare fin dalle prime prove prestazioni eccellenti, con un 5° tempo nella prima prova e un 4° nella seconda, ottenendo subito il rispetto dei forti piloti locali.
“Ci si attendeva una prestazione degna del suo valore, ma non ci aspettavamo sicuramente un 4° posto finale!” Questo è stato il commento dello staff dei cinque componenti del Team Secondo, che hanno accompagnato il rider formiginese nella trasferta americana.
Giuliano Covezzi: “Era la prima volta che vedevo il tracciato e non è stato facile interpretarlo. Poi una volta che sei entrato nel meccanismo, ti chiudi al mondo esterno e tieni aperto il gas. Il tratto sterrato è stato il più difficile, perché a 200 km/h ti sembra di essere in balia delle onde, poi però ci fai l’abitudine. La ciclistica è stata messa a dura prova dal tracciato. La velocità di percorrenza di alcune curve sul tratto asfaltato è stata di oltre 200 km/h e il telaio non ha subito il benché minimo problema, concendomi anche la possibilità di tenere aperto il gas nella massima sicurezza.”
“Il mio risultato è merito anche del mezzo, e per questo ringrazio l’Aprilia e il Gruppo Piaggio per avermi dato la possibilità di ben figurare. Correre in terra straniera su un mezzo italiano è sempre un grande onore.”