Disco verde per Valentino Rossi il "cannibale"
La domanda è lecita: è Valentino Rossi che addirittura migliora col passare del tempo o sono i suoi avversari a “calare” per numero e per qualità?
Risultati alla mano e, soprattutto, analizzando l’andamento delle corse, possono dimostrare che Rossi rimane Rossi, pilota di straordinarie risorse: non teme nessun avversario e si fa temere da tutti.
Certo, anche per Valentino gli avversari non sono tutti uguali.
Ed è pur vero che i vari Capirossi, Biaggi, Gibernau, Hayden, Pedrosa, Lorenzo ecc. hanno “accusato” diversamente l’impatto con il campione pesarese.
Qui non è in discussione la “fortuna” e la bontà dei mezzi meccanici. Rossi ha avuto e ha dalla sua i favori della dea bendata, le migliori moto e i migliori team.
Da sempre è così: i mezzi migliori vanno al pilota “migliore”, cioè a quello vincente, che fa risultato, che non butta via (quasi) mai niente, che quando sembra sul punto di crollare, risorge.
Era Enzo Ferrari a dire che fra due grandi campioni, lui preferiva quello più … fortunato.
Allo stato attuale, solo due piloti, pur in modo diverso e con diversa … fortuna, hanno fatto tremare la leadership di Rossi: il miglior Biaggi e il miglior Stoner. Entrambi però hanno avuto (sotto questo aspetto) vita breve.
Biaggi, dopo acuti esaltanti, si è poi fatto eliminare (anche per proprie colpe) dal gran giro della MotoGP. Stoner, dopo un gran titolo iridato e vittorie perentorie, è oggi misteriosamente out.
Lorenzo è adesso quello potenzialmente più forte, ma i troppi errori tattici e strategici e le troppe cadute non consentono al maiorchino i risultati sperati.
Allora? Allora la storia si ripete: uno a uno, i “nemici” di Rossi vengono “domati”. Se gli altri sbagliano tattica e strategia, cadono o non reggono la pressione, non è però colpa di Valentino. Otto (forse già nove titoli iridati) non vengono da soli.
Basta ripassarsi l’albo d’oro, da Agostini in giù. Non c’è n’è uno “scarso”, in quella lista. E Rossi è fra quelli, già nell’Olimpo. Il più grande di tutti? Chi può dirlo! Ogni pilota è figlio del proprio tempo. Ma indubbiamente Rossi è “il cannibale”.
Perché? Per fare un esempio, Agostini vinse corse e anche titoli “senza” avversari degni di lui e dei suoi mezzi. Ma quando si trovò di fronte a Mike Hailwood, Phil Read, Jarno Saarinen, Kenny Roberts, la lotta fu acerrima e per lungo tempo, con Ago spesso vincente ma mai, con questi avversari, dominatore.
E così per Rossi? Non ci pare. L’impressione (o i fatti?) è che solo Rossi può sconfiggere Rossi. E non sembra questo (ancora) il tempo.