Il "tabaccaio" (sponsor o padrone?) chiede a Stoner di andare ... a Canossa

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 28 set 2009
Il

Dopo lo show imolese della SBK voltiamo pagina e torniamo alla MotoGP, ripartendo da Casey Stoner.

Lo dicevano i nostri nonni (e lo pensiamo anche noi) che, piaccia o no, i soldi mandano l’acqua … in salita. Specie se sono dollari (o euro?) di una nota multinazionale del tabacco che da decenni “regge” la baracca delle corse, auto e moto.

Si sa che dove c’è grande sponsor c’è grande sport. E il contributo dato al motociclismo /anche) da certi marchi, uno in particolare, non sfugge a nessuno. Però serve la misura. E il buonsenso. Altrimenti il gioco si intoppa e si torna alla domanda se è nato prima l’uovo o la gallina.

Il sig. (dott?) Maurizio Arrivabene, responsabile (!?) corse del marchio tabaccaio che “sostiene” anche la Ferrari, fa sapere dal paddock della F1 di Singapore la sua opinione sul (preventivato e previsto) rientro di Casey Stoner nel motomondiale, il prossimo week end, all’Estoril.

Il “tabaccaio” richiama perentoriamente il “canguro” a passare per … Canossa: “Mi auguro che Stoner in Portogallo abbia la decenza di chiedere scusa alla squadra”.

Quale squadra? Il noto tabaccaio multinazionale o la (meno) nota italica Ducati? Insomma chi comanda a Borgo Panigale? Il tabaccaio è lo sponsor o il padrone delle rosse?

Non risulta che Casey sia andato in ricreazione fuori dall’orario di lavoro. Ma che, non sedendo comodamente dietro una comoda poltrona manageriale, si sia trovato nella (brutta) condizione di fare un .. pit stop (fuori programma). E non certo perché Casey è un lavativo …

Allora? Allora sarà il caso che a chiedere scusa a Stoner sia il tabaccaio. Quanto meno per la poca delicatezza (o ignoranza o non dimestichezza) dimostrata.

Invece della “pisciata fuori dal vaso” del pierino di turno, nel box Ducati serve ricreare subito il “clima” giusto e mettere Stoner nelle migliori condizioni per tornare competitivi e vincenti. Quali sono stati i risultati della Ducati in queste ultime gare senza l’australiano?

Non sempre sono (solo) i soldi a far vincere. In certi casi non si perde solo un podio o un titolo: si perde anche la faccia.

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