All'Estoril qualifiche da "poker d'assi". Lorenzo locomotiva spinto da Rossi, Stoner, Pedrosa
Il “canguro” è tornato a lucido e il poker d’assi si è riformato come ai bei tempi, infiammando le qualifiche dell’Estoril. I primi quattro sono nel fazzoletto annodato dell’1’ e 36.
Lorenzo (1’36.214), dominatore, quarta pole stagionale, svetta su tutti e corona un week end, almeno fin qui, stratosferico, ipotecando (anche per il passo lungo dimostrato) il gradino più alto del podio.
Rossi, indaffarato con i freni (e non solo) si è abbattuto sul coaequiper spagnolo, nel finale, come un falco: l’1’36.474 cercato e raggiunto per soffiare sul collo di Jorge e per mettere dietro un rientrante e pimpantissimo Casey Stoner che chiude la prima fila con 1.36.528 e recrimina per l’ultimo cambio di gomme venuto male, togliendogli l’exploit del colpo gobbo. Ma va bene così, anzi benissimo.
Mezzo secondo subisce Pedrosa, quarto (1’36.702), che determina il solco fra i quattro cavalieri extraterrestri e il resto dell’indiavolata compagnia.
Con Edwards, quinto (1’37.142) e primo dei “terrestri”, seguito da un determinatissimo De Puniet (1’37.448) che schiaffeggia Dovizioso (solo ottavo con la Honda factory). L’italiano è preceduto dal connazionale Capirossi, risalito a fatica nella settima piazza (l’altra Suzuki di Vermeulen è nel buio del 15esimo posto), e si lascia alle spalle i ducatisti Hayden e Kallio, sempre con la bava alla bocca, ma dentro la top ten.
Poi De Angelis, Toseland, Elias, Canepa.
Morale della favola: Yamaha si conferma la moto da battere con il primo, secondo e quinto tempo; Ducati che ritorna, grazie a Stoner, sulle vette; Honda agganciata al trenino dei primi tre grazie a Pedrosa; Suzuki che recupera solo … a parole.
Gara da non perdere. Può decidere il mondiale. Grazie (anche) a Stoner, potenziale guastatore o terzo incomodo molto ingombrante. Più per Rossi che per Lorenzo. Guardare per credere.