Mondiale riaperto. Stoner ago della bilancia. Verso Phillip Island, tana del ... canguro
La gara della MotoGP all’Estoril, se misurata con il metro dei duelli e dei sorpassi (elementi importanti ma non unici per valutare una corsa di motomondiale), non è stata esaltante.
Merita però grande apprezzamento perché rimette in discussione giudizi e valori dati superficialmente e frettolosamente sui piloti e perchè riapre i giochi del mondiale. Mondiale che dai più era dato “per chiuso”, in tasca a Rossi, e che invece il GP del Portogallo riapre.
Stavolta Valentino ha fatto male i suoi conti, sopravvalutandosi e sottovalutando gli avversari. Il pesarese, oltre a ritenersi “imbattibile”, era convinto che Lorenzo avesse oramai messo la coda fra le gambe, accettando ob torto collo la supremazia del suo più blasonato capo squadra. Ed era convinto che il forfait di Stoner fosse quasi un addio o comunque l’equivalente o l’anticipazione di una debacle annunciata.
I fatti (e oramai anche i risultati) dimostrano che Lorenzo non teme nessuno, Valentino compreso. Che la seconda guida gli sta troppo stretta e che ha raggiunto la piena maturità tecnica/tattica/agonistica in grado di portarlo a lottare per il titolo mondiale. Per portarsi a casa questo mondiale, non il prossimo del 2010!
D’altra parte Stoner, tornato in pista non certo come comprimario, è diventato subito l’ago della bilancia fra i due principali contendenti.
L’arroganza e la presunzione del danaroso main sponsor (quello che pretendeva le scuse del pilota australiano accusato di aver precipitosamente e irresponsabilmente abbandonato il campo) si sono dimostrate una bolla di sapone, un boomerang. Con Casey in pista, sponsor e moto sono usciti dal pantano delle ultime tre gare, tornando ai vertici.
Così come è rimasto con le pive nel sacco chi in modo fazioso aveva diagnosticato uno Stoner “distrutto fisicamente e psicologicamente” perché “aveva osato avvicinarsi troppo al … sole”, cioè a Rossi. Senza Stoner questo mondiale avrebbe un altro esito finale e la Ducati sarebbe con il culo per terra. Può piacere o no, ma è così.
Come finirà? Valentino può recuperare: ma adesso è lui a dover subire una pressione fuori misura. Questo perché pensava già di avere in tasca il nono titolo iridato. Titolo che Rossi fortissimamente vuole (su quella vetta c’è … Mike Hailwood!) ma che va conquistato metro dopo metro, senza commettere passi falsi.
E dietro l’angolo c’è Phillip Island, la tana del … canguro.