A Phillip Island Stoner (Ducati) mette tutti in riga. Inseguono Rossi, Pedrosa, Lorenzo
Il “poker d’assi” della sguarnita MotoGP si conferma nelle ventose qualifiche dello stupendo misto veloce di Phillip Island riportando in vetta il “canguro rosso” Casey Stoner.
L’australiano detta la legge del più forte con tre martellate in pochi giri e la frustata finale (pole in 1’30.341) su una Ducati al bacio, davanti a Valentino Rossi, costretto a tirar fuori la lingua e cedere nel rush finale la prima piazza per soli 50 millesimi, e a Dani Pedrosa che costringe uno stralunato (causa disturbi di stomaco) Jorge Lorenzo, in seconda fila, ed è la prima volta in questa stagione.
Le qualifiche confermano quello che già si sa: non c’è storia e questi quattro piloti saranno i mattatori domani in corsa. E sicuramente Stoner, (apparso in gran spolvero e con il miglior passo), e Pedrosa (protagonista anche di una brutta scivolata) potranno “incidere” nella lotta fra i due pretendenti al titolo, Rossi, (sempre concentratissimo per puntare al gradino più alto del podio) e Lorenzo, (fin ora con più affanno rispetto ai primi tre).
Complice le basse temperature, la partita si è giocata a “gomme morbide”, lasciando (forse) le gomme dure per domani, in cui è previsto caldo. Comunque, data la latitudine, con nuvoloni e scrosci d’acqua che si rincorrono con i gabbiani, in corsa tutto è possibile.
In seconda fila, oltre al maiorchino, torna il sempreverde e proficuo Edwards (a conferma della bontà delle Yamaha) e l’ottimo De Angelis (ennesima scivolata) il quale, più che il crono, cerca un manubrio per il 2010. Esce ancora male Dovizioso, (soprattutto nel confronto diretto con Pedrosa) solo nono, dietro i due ducatisti Kallio (ottavo) e Hayden (settimo), entrambi in leggero ma costante recupero. Buio pesto per Capirossi e Melandri, in evidenti difficoltà.
La cronaca mette in risalto il festival di cadute, addirittura nove nel week end. Colpa dell’asfalto poco gommato a causa dei continui scrosci d’acqua o colpa delle caratteristiche del tracciato australiano, pista vera come quelle di una volta, per piloti col pelo sullo stomaco?
Se il meteo mette giudizio, sarà gran corsa: può valere il titolo mondiale.