Andrea Boscoscuro racconta la sua vacanza australiana: "Caro diario..." parte seconda

Di Gianni C.
Pubblicato il 10 dic 2009
Andrea Boscoscuro racconta la sua vacanza australiana:

Continua a girare l’Australia il nostro Andrea Boscoscuro. A 3 settimane dall’arrivo, il campione vicentino si è recato a Phillip Island, meta d’obbligo per gli appassionati delle due ruote, dove ha assistito al round conclusivo del campionato nazionale Superbike.

Andrea ha avuto l’occasione di girare nei paddock incontrando i più titolati piloti locali, tra i quali Josh Waters (Team Suzuki) vincitore del Campionato Australiano delle derivate. Successivamente è salito a bordo della Safety Car con la quale ha percorso un giro prima di rientrare ai box.

“Dopo avere visto le gare di MotoGP in TV e considerata la fama leggendaria del circuito di Phillip Island, mi aspettavo un impianto ipertecnologico. Invece con sorpresa mi è sembrato di essere in campagna con un gruppo di appassionati motociclisti.” – ha dichiarato stupito Andrea.

“Il tracciato è circondato dai prati, senza tribune nelle curve e recintato da palizzate che potrebbero trovarsi in una fattoria. Sicuramente non potrebbero contenere un invasione di pista del pubblico come avviene in Europa. Uno dei momenti più emozionanti però è stato il giro di pista a bordo della safety car, ancora adesso al solo parlarne mi vengono i brividi. “

“Si resta senza fiato mentre si affronta il rettilineo che poi discende e si ha davanti un orizzonte sconfinato con l’oceano che sembra inghiottire la traiettoria! Ecco, in quel momento mi è venuto un desiderio irresistibile di salire in moto! Il paddock è molto differente da quello che si trova nel CIV, solo il Team Suzuki ha un bilico moderno, mentre gli altri ufficiali hanno mezzi più datati e comunque non esistono hospitality. I team minori poi sono accompagnati da furgoni e tende.”

Tanto gas, mani sporche di grasso e poco gel nei capelli… “Un’altra cosa che mi ha stupito è l’immagine dei piloti, a cui non pare importare dell’estetica e molti hanno tute consumate e moto con le carene “rattoppate”. Tutto questo contrasta con quello che succede in pista, dove i piloti veloci vanno veramente forte. Insomma, qui i piloti badano al sodo, a dare gas e lottare per vincere.”

Un ragazzo qualunque in Italia, un divo nella terra dei canguri: “L’accoglienza che ho avuto nel paddock mi ha lasciato incredulo, sono stato trattato come se fossi il campione mondiale e invece ho solo vinto il CIV. Alcuni team manager mi hanno chiesto cosa farò l’anno prossimo e sono rimasti ammirati quando hanno scoperto che correrò in Moto2. Ora mi devo concentrare sull’allenamento e sullo studio della lingua che migliora di giorno in giorno. Bye Bye!”

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