Agostini-Moto 2: ecco perchè il matrimonio "non s'ha da fare"
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Non è solo un “rinvio” quello di Giacomo Agostini nella nuova Moto2. Il “Grazie, ma non ho fretta” del 15 volte campione del Mondo (più i titoli iridati come team manager) sottintende una scelta. Probabilmente questo matrimonio fra la nuova categoria (cadetta) del motomondiale e il pilota più titolato, “non s’ha da fare”.
Ad Ago, si sa, piace “fare le cose per bene”. E fare un team al top richiede tempi adeguati. Ma stavolta non è solo una questione di tempi stretti. Anche perché il campione di Lovere è stato capace di compiere miracoli, come riportare le MV Agusta “privat” dopo l’abbandono della Casa di Cascina Costa.
Il nodo è un altro. Anzi, i nodi sono due. Il primo riguarda le motivazioni. Agostini “vuole vedere” cos’è davvero la inedita Moto 2. E sta alla finestra, “bruciando” la stagione del debutto della nuova formula. Perché?
Evidentemente Giacomo ha dubbi sulla validità tecnico-agonistica della Moto 2 (monomotore!?) e sul suo impatto d’immagine (media, tv, sponsor). Il secondo nodo è di sostanza. Agostini è un numero uno. Anzi è il “numero uno” del motociclismo. Può, il numero uno rientrare nella categoria “numero due”?
In altre parole Ago non è tipo da … “confondersi” con altri.
Forse la notizia vera è che Agostini tasta il terreno per rientrare per la porta centrale del motomondiale: la MotoGP.
Quello, e solo quello, è il posto del 15 volte campione del Mondo. Se son rose, fioriranno.
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