Motoblog @ Elefantentreffen 2010: 3 giorni sottozero

Di Stefano Marzola
Pubblicato il 1 feb 2010
Motoblog @ Elefantentreffen 2010: 3 giorni sottozero


Fatta. Non si può certo dire che sia una passeggiata partecipare all’Elefantentreffen e questa 54esima edizione si farà ricordare per la tanta neve scesa. Venerdì ha cominciato a fioccare verso le 14 senza più smettere fino quasi all’alba creando non poche difficoltà. Basti pensare che senza pneumatici adatti (Metzeler Karoo T, nel mio caso) è stato per molti impossibile raggiungere il luogo del raduno da venerdì pomeriggio fino a sabato mattina.

“Ma la neve ci vuole” dicono i veterani dell’Elefante, perciò ci sentiamo pure dire di essere fortunati per i centimetri di manto bianco che hanno avvolto l’evento e sommerso tende, motociclette e tutto quanto fosse rimasto sotto i fiocchi mentre scendevano.

Per questa esperienza (la prima volta, nel mio caso) ho raggiunto Solla su una BMW R 1200 GS Adventure MY 2010 che si è rivelata un’ottima compagna, capace di comfort nelle trasferte autostradali ma anche di affrontare la neve in modo efficace.

Elefantentreffen 2010 ritorno
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Oltre all’abbigliamento tecnico (tuta BMW Streetguard, casco BMW Enduro, stivali TCX e guanti Alpinestars),temendo temperature siberiane ho montato sulla moto anche moffole e Termoscud della Tucano Urbano (che ringraziamo per averceli forniti), accessori rivelatisi determinanti per affrontare le temperature che non sono mai salite sopra lo zero e che hanno raggiunto anche i -10 gradi.

Difficile raccontare l’Elefantentreffen, difficile spiegare perché molti fra le migliaia di partecipanti ritornano, anno dopo anno, edizione dopo edizione. L’atmosfera è chiassosa, l’aria impregnata del fumo dei falò, si dorme poco e male, fa sempre freddo e i comfort non esistono. “Perché partecipare al Treffen?”: se qualcuno ha una risposta a questa domanda la scriva, io francamente non ne ho.

Però sono rimasto affascinato da questa accozzaglia umana e meccanica, di motociclisti di tutti i tipi provenienti da tutta Europa in sella a mezzi strani, spesso auto-costruiti nel garage di casa, ibridi assurdi dove si fatica anche a riconoscere il modello da cui nasce. Poi, oltre al raduno vero e proprio c’è il viaggio: centinaia di chilometri al freddo, con il rischio di trovarsi in mezzo ad una nevicata che impedisce di proseguire, stracarichi di bagagli e di tanta voglia di arrivare.

Infine, un saluto particolare al “vichingo” che è arrivato a Solla in sella ad un vecchio Aprilia SR 50 modificato da lui per affrontare il viaggio: 2 giorni per arrivare, 2 per tornare, tanta pazienza e nessuna fretta. L’Elefante lo fanno le persone che vi partecipano , nient’altro.

Elefantentreffen 2010 ritorno
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