Davide Giugliano: "Obiettivo? dare sempre il 110%" | Intervista esclusiva
Un'intervista esclusiva e a 360° al giovane pilota romano in vista del prossimo round mondiale al Moscow Raceway.
Davide Giugliano, classe 1989, è uno dei piloti italiani della nuova generazione su cui puntare: veloce e grintoso, il romano del team Althea Racing sta ottenendo ottimi risultati in questa sua seconda stagione nel Mondiale Superbike e nello scorso round, a Imola, ha finalmente conquistato il suo primo podio stagionale, arrivando secondo in gara 1 alle spalle del leader in classifica Tom Sykes. E proprio a Imola Davide ha dimostrato di non aver timori reverenziali nei confronti di nessuno, partendo in testa e andando poi a insidiare il britannico della Kawasaki fino a metà gara. Abbiamo approfittato della pausa prima del round al Raceway di Mosca per fare quattro chiacchiere con lui: come sempre l’ex Campione della Superstock 1000 si è dimostrato simpatico, concreto e contraddistinto da un’umiltà che, c’è da giurarci, lo farà andare molto lontano.
Allora Davide partiamo dal bel risultato di Imola e sulla situazione della stagione in corso.
Ad Imola ha funzionato tutto, mi sono trovato bene con la moto e con tutti gli elementi a disposizione. Nella prima manche è andata come volevo, avevo in mente di fare una gara così e sapevo di poter essere veloce, era la gara che volevo fare. Pensavo che Tom (Sykes Ndr) negli ultimi giri avrebbe rallentato, che avrebbe avuto un calo, non è andata così, pazienza. In gara2 avevamo fatto degli aggiustamenti che avrebbero dovuto permetterci di essere più veloci rispetto a gara1 ma alla Tosa sono entrato forse un paio di chilometri più veloce del dovuto e probabilmente mi si è chiuso lo sterzo. Fino ad ora siamo contenti, stiamo avendo una stagione in crescita, siamo soddisfatti anche se non pienamente, perché abbiamo avuto una prima parte di stagione un po’ strana, per così dire: non siamo super soddisfatti perché conosciamo le nostre potenzialità, ci manca un 20% ma ci stiamo lavorando. Ora penso sia impossibile pensare di vincere come stanno facendo gli altri là davanti, ma stargli più vicino si, è nelle mie possibilità.
Come ti trovi con l’Aprilia rispetto alla Ducati e secondo te quali sono le difficoltà del tuo ex compagno di squadra Checa?
Sicuramente con l’Aprilia mi trovo molto bene, con la Ducati era più facile perché ci stavo sopra da più tempo, considerando anche l’esperienza nella Superstock, riuscivo ad essere più incisivo: con Aprilia da un lato è più semplice ma ho qualche difficoltà in più, ma è solo questione di tempo e di aggiustare alcuni dettagli. Per quanto riguarda Carlos, penso che siano normali i problemi con una moto di quel genere, Ducati si è avventurata in progetto nuovo che sicuramente richiede tempo, sia da parte dei piloti che da parte del team.
Prossimo round Mosca, cosa ti aspetti?
L’anno scorso siamo andati molto bene, eravamo molto veloci fin dalle prove, è un circuito che mi piace molto, anche se con con Ducati soffrivamo perché il rettilineo è piuttosto lungo: quest’anno abbiamo una moto più veloce e più performante quindi sono fiducioso di poter andare molto bene.
Max Biaggi spesso ti bastona un po’ nei suoi commenti, ma forse perché sa che puoi dare di più?
Alla fine penso che si faccia sentire molto il fatto di essere entrambi italiani e soprattutto che io corro con Aprilia, ma ritengo che lo faccia in maniera giusta. Non mi sembrano sempre uscite felicissime, ma voglio pensare che lui abbia visto in me qualcosa di importante, di buono e che sia il suo modo per spingermi a fare meglio.
In che rapporti sei con l’altro romano del mondiale, Michel Fabrizio?
Ci conosciamo bene da parecchi anni ma abbiamo lo stesso obiettivo, quindi essere proprio in buoni rapporti penso sia difficile, specialmente tra italiani, perché ognuno vuole vincere e fa il proprio lavoro dando il massimo.
Cosa pensi della nuova categoria EVO, che Dorna ha intenzione di introdurre in SBK dal 2014?
In questo momento non so dirti i dettagli perchè non li conosco, però penso che sia giusto cercare di portare piloti in griglia e speriamo che tutte le soluzioni che dovessero arrivare possano rimpinguarla, perché al momento è piuttosto scarna, senza però rovinare le situazioni tecniche della Superbike, che sono il suo bello. Se io potessi decidere vorrei che continuasse così, sarebbe bello permettere a tutti i team di poter combattere con i primi.
Quali sono i tuoi interessi? E cosa avresti fatto se non fossi diventato un pilota?
Se non avessi fatto il pilota non so che percorso avrei intrapreso, ma comunque ancora non sono arrivato a raggiungere obiettivi che mi permettano di dire che lo farò per tutta la vita e quindi non saprei. In generale mi piace molto lo sport, mi alleno molto sia in bici che a correre, mi rilassa andare ad allenarmi all’aperto ed è questo che mi diverte quando non corro in moto.
Qual’è il tuo obiettivo?
L’importante è essere sempre competitivo. E’ fondamentale, al di là della categoria e delle gare in moto stesse. Dare il 110% in tutto quello che faccio, nella vita in generale, questo è il mio obiettivo, il mio stimolo e un modo per rispettare me stesso.