Biaggi il "corsaro" supera ... Giotto: giù il cappello!

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 29 mar 2010
Biaggi il

La storia, anche nel motociclismo e nello sport, si fa così. Come la fanno Max Biaggi e l’Aprilia, capaci di vincere, esaltando ed esaltandosi, addirittura in due … secoli diversi.

Quel trinomio del Made in Italy (Biaggi-Aprilia-Alitalia) che ieri in Portogallo ha messo a segno una “doppietta” storica, fa bene all’Italia e agli italiani. Specie in questi tempi, di magra e di … astensionismi.

Bando alla retorica e bando alle stantie e rancide polemiche, da quattro soldi. Ma il “tricolore” e l’Inno di Mameli, quando come ieri a Portimao, si elevano al cielo in segno dell’Italia vera che c’è e che vince mettendo insieme due “elementi” particolarmente complessi come un pilota e una moto da corsa, hanno un sapore speciale.

Stavolta Biaggi, con due corse da gran “maestro”, esemplari per determinazione e intelligenza tattica, ha emulato … Giotto. Addirittura superandolo, con due “O” che entrano di diritto nelle tappe mitiche del grande motociclismo.

Di più: il “romano”, riappropiandosi, pugnale fra i denti, del vessillo nero del “corsaro”, riporta la propria stella nel firmamento del motociclismo mondiale, dove stanno i più grandi campioni di questo sport.

I giovani leoni della SBK, a cominciare da Haslam, devono essere onorati di quello che Max ha fatto ieri, battendoli. Haslam, Rea e compagni, così come Ben Spies già nell’Olimpo, (per non scomodare Stoner, Lorenzo ecc.) sono il futuro di questo sport. E non sarà facile, per i giovani leoni: perché il testimone dovranno strapparlo a piloti dal calibro di Valentino Rossi e di Max Biaggi.

Max ha esaltato una SBK di cui sono noti i grandi motivi di interesse tecnico e agonistico. Valentino, si sa, ha fatto quel che di più non si poteva fare per il motociclismo.

Un solo rammarico: “questo” motociclismo, di padri nobili e “padrini” meno nobili, non ha saputo tenere i nostri due fuoriclasse sotto lo stesso tetto. Tant’è.

Per adesso, tutti in piedi sul divano: il corsaro c’è! E giù il cappello!

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