Norton Manx: la moto più vittoriosa del '900
Il nome Norton Manx è da sempre sinonimo di competizione. Negli anni compresi tra il 1948 e il 1970 questo modello ha vinto tutto quello che si poteva vincere, ha corso su tutti i circuiti su cui si poteva correre ed è stata cavalcata dai più grandi piloti della storia. Una carriera così lunga l’ha portata di diritto nel trono più alto dell’olimpo delle moto da corsa.
Il nome, Manx, deriva proprio dall’Isola di Man, parco giochi preferito di questo gioiello, per cui è stata appositamente progettata. La richiesta dei piloti e dei team era quella di una moto all’avanguardia, dalla ciclistica moderna e un bilanciamento impeccabile, neccessaria per sostituire nelle competizioni la vetusta Norton International monocilindrica, così poco racing da essere stata definita dagli stessi piloti “cancello da giardino”. Ringraziate lei, quindi, se qualche volta vi hanno detto che guidate un cancello (a me capita spesso).
Fu grazie all’invenzione del progettista Rex McCandless che questa moto entrò nel mito: il telaio Featherbed, un’autentica opera d’arte ingegneristica che fece il suo esordio sulla Manx e non abbandonò le moto Norton per i 30 anni consecutivi, raggiungendo il suo culmine evolutivo nella famosa Norton Commando. Nessuna moto, prima della Manx, è mai stata così stabile e allo stesso tempo maneggevole.
Prodotta nelle cilindrate 350 e 500, contava sempre su una architettura monocilindrica, in grado di impartire sonore lezioni di efficienza anche ai pluricilindrici italiani, vincendo ovunque, qualsiasi cosa. Uno step evolutivo a metà degli anni ’50 ha ridotto la corsa rendendo il motore un po più quadro, fino ai valori di 88 x 82mm. Ne è conseguito un aumento del regime di rotazione e più potenza, fino ai 50cv della versione ufficiale.
L’ultimo step evolutivo, parla di un motore ulteriormente riveduto nella corsa e nell’alesaggio: 90 x 74,8mm per 54cv di potenza. Ovviamente la sua fama di grande vincitrice va di pari passo con la leggenda della scarsa affidabilità delle moto inglesi, in grado di imbrattare d’olio anche gli spettatori.
Poco importa, perchè anche se poco affidabile, questa moto ha vinto tanto, e possiamo tranquillamente eleggerla la regina delle moto da competizione del secolo scorso.
MOTORE
Tipo di motore : Monocilindro verticale 4 tempi
Cilindrata : 499 cc
Alesaggio per corsa : 74,8mm x 90mm
Valvole per cilindro : 2
Alimentazione : Amal GP2
Raffreddamento : Aria
Potenza – Power : 51 Cv a 7250 g/min
TRASMISSIONE
Cambio : 4 marce
Trasmissione finale : Catena
CICLISTICA
Telaio : Doppia culla in tubi di acciaio al cromo-molibdeno
Sospensione anteriore : Forcella telescopica Roadholder
Sospensione posteriore : Forcellone oscillnte ammortizzatore Girling
Freno anteriore : Tamburo da 203 mm con 4 ganasce
Freno posteriore : Tamburo da 178 mm
Pneumatico anteriore : 3,00-19
Pneumatico posteriore : 3,50-19
DIMENSIONI E PESO
Interasse: 1422 mm
Peso a vuoto : 142 Kg
Serbatoio : 22,75 Lt
PRESTAZIONI
Velocità massima : 225 Kmh
via | Motoinfo