Crisi "nera" per le "rosse" di Borgo Panigale. Ducati, quo vadis?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 26 apr 2010
Crisi


Addirittura, ad Assen, fa sognare la Bmw, in fortissimo e … inaspettato recupero per la “cura Tardozzi”, con il sempreverde Troy Corser.

Torna, con una alata doppietta, la Honda (con uno stratosferico Rea); consolida la leadership della classifica generale la Suzuki (che manico, Haslam!); recupera la Yamaha (con Toseland addirittura … gladiatore); rilancia l’Aprilia (con il “senior” Biaggi che insegue il titolo e il sempre più arrembante “junior” Camier, puledro di razza); reggono le Ducati “privat” di lusso, con i coriacissimi Checa e Smrz, ai massimi livelli.

E le blasonate “rosse” ufficiali di Borgo Panigale? Arrancano. Peggio. Dalla bocca del tunnel, al quarto round iridato stagionale hanno imboccato il buco nero verso il fondo.

Haga e Fabrizio stanno correndo un altro campionato. E’ una dimensione inedita, un abito troppo stretto, che non si addice ad una Casa come la Ducati.

I piloti non sembrano “coscienti” del loro ruolo e tanto meno sembrano … “interessati” a invertire una situazione sempre più fuori controllo. Ma anche il Team di Borgo Panigale pare fuori “corso” (e fuori corsa), completamente “out” per avere smarrito il bandolo della matassa.

La routine logora. E le vittorie non si moltiplicano in automatico. Dove sta oggi il problema? Nella confusione dei ruoli. E, perché no, nell’autoreferenzialità. Nessuno “accende” la lampadina. E’ una questione di manico. Ma non solo sulle moto, in pista, dove i piloti non ingranano. Le bandiere, senza vento, non sventolano.

Forse si raccoglie (male) quello che si è seminato (peggio) nella stagione precedente. I nodi vengono al pettine. Già. Come sempre. E Monza bussa alle porte. O si esce dal tunnel o si sprofonda.

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