La Ducati con le "pive nel sacco": Stoner se ne va e Rossi non viene
Non ci ha guadagnato la MotoGP da questa “storia” da “fantamercato”. A metà maggio e con sole due corse disputate c’è il rischio che certi “rumors” rendano il campionato 2010 poco “credibile”. E con la MotoGP già debole di suo, ci mancava pure questa. Per fortuna ogni grande pilota in corsa riesce ad… isolarsi, pensare esclusivamente alla propria gara, alla propria classifica, dimenticandosi persino quel’è la marca della sua moto. Però, c’è sempre un però.
Se, così pare, l’unica cosa certa (al di là della firma contrattuale) è il futuro di Casey Stoner alla Honda dal 2011, la prima conclusione è che a rimanere con le pive nel sacco è la Ducati. Perché perde una “certezza” ed entra nel mare magnum dell’incertezza, con Rossi che rischia di diventare un miraggio nel deserto.
Si raccoglie sempre quel che si è seminato. E a Borgo Panigale (sia per la MotoGP ma anche per la WSBK) rischiano di entrare nel caos. La storia parte da lontano. Dal forzato stop di Stoner di fine luglio 2009 qualcosa si è inceppato nel rapporto fra il “canguro” e il Team bolognese. E’ stato fatto il possibile (e l’impossibile) per tenersi stretti un fuoriclasse come il pilota australiano? No.
Non solo la … corsa per la corte a Lorenzo, ma la irresponsabile richiesta fatta allora dal main sponsor (Stoner chieda scusa prima di rientrare a correre all’Estoril!) e le ripetute dichiarazioni (pro Rossi) di esponenti di primissimo piano (leggi Del Torchio), hanno indispettito Casey, mettendolo sul chi va là.
Il disegno era (e resta) più vasto. Scrivevamo tempo fa. Cosa c’è dietro al tentativo di indebolire l’immagine e il consenso di un campione che ha portato a Borgo Panigale il titolo più prestigioso e allori non conquistati da nessun altro e che fa la differenza sulle “rosse”? C’è semplicemente il tentativo di “destabilizzare” la situazione in Ducati, in vista di futuri e importanti cambiamenti.
Non è un segreto che portare nel 2011 Rossi in Ducati rappresenta il sogno di molti: con una fava si prenderebbero (teoricamente) più piccioni. Un colpo d’ala per risollevare la MotoGP in crisi, una scossa elettrizzante con una forte ricaduta d’immagine, di inestimabile valore, soprattutto per lo sponsor.
Se questo è l’obiettivo, Stoner diventa un ostacolo. Perciò meglio creare le condizioni per la sua uscita. Stoner, cavallo di razza molto delicato, potrebbe rimanere intrappolato in una situazione sempre più difficile e, in mancanza di risultati, decidere alla fin fine di fare fagotto. Da lì, il via libera per l’operazione Rossi/Ducati.
Tutto ok, dunque? Forse. Il diavolo, si sa, fa le pentole ma non i coperchi. Altre volte, non solo nel motociclismo, certe operazioni esplosive … a tavolino, sono poi abortite miseramente. Con gravi ricadute sui protagonisti che le hanno pensate e gestite.
Stavolta, il contraccolpo potrebbe essere pesantissimo. Soprattutto per la Ducati: con Stoner che se ne va e Rossi che non viene.