Bimota Day: a casa della passione, fra Tesi3D, DB6, DB7 e tutti i modelli storici
Nonostante il diluvio che ha fatto da contorno alla giornata, Bimota ha aperto le sue porte per il secondo Bimota Day. Conosciamo tutti l’azienda di Rimini: non è un costruttore di moto, è un assemblatore di moto e fra i telaisti migliori al mondo, la sua storia nelle competizioni lo conferma. E, posizione personale, l’azienda da cui escono le moto di produzione in serie più belle, più curate, meglio rifinite.
Avete mai guardato nei dettagli una DB7? O la nuova DB6 Superlight? Ogni singolo pezzo è perfetto, per quant’è curato. E la fibra di carbonio abbonda, non solo nelle versioni speciali. La componentistica è al top e gli assemblaggi curati fino all’ultima vite. Insomma, un’azienda italiana di cui andare fieri. E visitare lo stabilimento riminese è stata un’esperienza che personalmente ho davvero apprezzato.
Una giornata infame per la pioggia incessante ma non sono mancati i Bimotisti arrivati in moto sotto il diluvio, a testimonianza della passione che ruota attorno a questo marchio. “Bimota fa moto sportive da sempre, non vedrete mai una enduro con il nostro marchio” ha assicurato Piero Canale, responsabile marketing e attuale anima dell’azienda. Presente all’evento Loris Reggiani che con Bimota ha anche corso: “queste sono fra le poche moto che mi fanno ancora pensare all’artigiano. Le moto da corsa devono essere così“, ha raccontato l’ex pilota.
La storia dell’azienda ha origine nel 1966 per opera di Valerio Bianchi, Giuseppe Morri e il celebre Massimo Tamburini. Inizialmente si occupavano di impianti di riscaldamento e condizionamento ma poi la passione ha prevalso fino a far diventare Bimota un riferimento nelle moto da corsa. Negli anni, sono stati utilizzati motori di tutti i principali produttori (Yamaha, Honda, Kawasaki, Suzuki ma anche Harley Davidson) ma attualmente (la prima nel 1985) sono i bicilindrici Ducati ad infiammare i telai Bimota.
Dal ventre di Bimota vedremo a breve uscire anche la DB8, evoluzione della DB7: motore della Ducati 1198, biposto, con 170 cavalli per 171 chilogrammi! Il passaggio da mono a biposto, ha ovviamente richiesto uno sforzo progettuale per rivedere le sospensioni e la struttura del telaietto posteriore.