Lorenzo, da principe a re? Stoner ko: "colpa" della Ducati?
Tutto può ancora accadere, ma il terzo round iridato di Le Mans lancia segnali che vanno colti perché cominciano a delineare una tendenza. Jorge Lorenzo esce definitivamente dal ruolo di outsider: non ha ancora i galloni da capitano ma dismette i panni del “gregario”.
Il maiorchino sbanca Le Mans e ha tutta l’aria di volere sbancare questo mondiale. E’ già oggi in grado (e lo dimostra!) di battere di forza il nove volte campione del Mondo, allunga in classifica passando da inseguitore a fuggitivo, sposta a proprio vantaggio i rapporti interni alla Yamaha. Tornare al 2009, per Rossi, sarà davvero difficile, se non impossibile.
Va ripetuto ancora: non è in discussione niente di Valentino: né il fantastico palmares, né la classe da super pilota. Ma nel motociclismo c’è sempre il momento che determina la svolta o, come in questo caso può avvenire, l’inizio della svolta.
Il Dottore ha davvero trovato pane per i suoi denti. Per di più dentro casa. Il Mugello già bussa alle porte. Per il pesarese, giocare in difesa non è più segno di …“maturità”, ma, con un galletto come Lorenzo, potrebbe significare dire addio al titolo.
Altra patata bollente, Stoner. Il “canguro” sbatte di nuovo, affonda in classifica ed è al suo minimo storico in MotoGp. Alla domanda: “Cosa non va?” il campione australiano risponde: “Non ho idea” (dopo due cadute ai primissimi giri in tre corse e un scialbo quinto posto). Questo dimostra lo stato di “confusione” dell’ex campione del Mondo.
Stiamo parlando di un pretendente al titolo (con tutti gli annessi e connessi, investimenti economici compresi), non di un comprimario. Che succede?
Il delicato e complesso meccanismo psicologico di Casey si è di nuovo inceppato. Perché? Stoner è vittima della propria instabilità “caratteriale” che rischia di far saltare il suo status di fuoriclasse o invece subisce i contraccolpi delle scelte altrui, cioè della Ducati?
I vertici di Borgo Panigale hanno fatto sentire al loro number one la sua … “insostituibilità”? No. Troppe volte hanno lanciato “sviolinate” a favore di Valentino Rossi, cioè proprio a favore dell’avversario numero uno di Stoner. Cosa si è fatto davvero ai piani alti della Ducati per tenersi Stoner?
Oggi si raccoglie (poco o niente ) in pista quel che (male) si è seminato fuori. L’abbiamo già scritto: Stoner se ne va e Rossi non verrà. Se si procede così, per la Casa italiana questo sarà un mondiale da dimenticare.
L’obiettivo della Ducati non può essere quello di fare una moto più guidabile per le seconde e terze guide. Accontentarsi di podi saltuari o di piazzamenti, significherebbe smarrire l’obiettivo vero che una grande Casa qual è la Ducati ha: cioè la vittoria e il titolo iridato. E senza Stoner la “rossa” non vince. Così era, così è.
Non “garantire” l’unico pilota oggi in grado di vincere è stato ed è puro autolesionismo. Si può perdere un mondiale, ma non si può perdere la faccia.