Iniziate le prove generali del "dopo" Rossi

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 7 giu 2010
Iniziate le prove generali del


Mancando l’infortunato Valentino Rossi, la MotoGP è ripartita … da 16. Ed è l’unica nota positiva perché i piloti, scaramantici, non amano il 17.

Quindi il Mugello senza Valentino ha presentato una griglia con 16 partenti e una classifica finale con 14 piloti. Non mi pare (a parte una corsa delle 500 a Misano vinta da Chili per … forfait di quasi tutti gli altri) che la massima categoria del motomondiale abbia mai toccato questi limiti.

Non è vero che non conta: che partire in 40 o 16 è la stessa cosa, anzi che sarebbe meglio così perché “adesso” sono tutti campioni del mondo e tutti super, con moto competitive. Balle.

Al Mugello, pista veloce, uno come Stoner, quarto arrivato, accusa 25 secondi di distacco; Capirossi, decimo, accusa 42 secondi; Edwards, tredicesimo, ha un gap di 1 minuto e 14 secondi. E i primi tre, Pedrosa, Lorenzo, Dovizioso, arrivano con distacco.

E’ questa la MotoGP espressione (tecnologicamente e agonisticamente) più alta del motociclismo mondiale (di tutti i tempi!)? Solo chi è in malafede o chi non sa, può credere a questa panzana.

L’assenza di Rossi, ovvio, peggiora il quadro, già fosco. Poi, per chi pensa che “senza Rossi ci sono più piloti liberi psicologicamente” si ricorda che” normalmente l’intelligenza coincide col dubbio e non a tutti è concesso questo bene della provvidenza”.

La MotoGP orfana di Rossi è un’altra MotoGP. Sia per le qualità e il carisma del “Dottore”, ma anche perché negli ultimi 10 anni si è voluto identificare il motociclismo in Valentino. Non è mai stato così: né per Duke, Surtees, Hailwood, Agostini ecc. Non è mai stato così neppure nella storia della Formula uno.

Rossi, pilota vincente, fra i più grandi di tutti i tempi e uomo immagine straordinario ha portato il motociclismo, (sport per decenni con comunicazione di basso profilo) fuori dal proprio perimetro.

Ma una sola “stella”non fa il firmamento. Chi sarebbe stato Coppi senza Bartali?

E ora la MotoGP può rimanere soffocata dall’”overdose” del mito del 46 e rimanere scioccata dalla sua … “uscita”. Non solo: se si punta tutto su una carta, persa quella, il gioco finisce.

Al Mugello, gli aficionados hanno risposto e il temuto forfait del grande pubblico non c’è stato. La presenza sugli spalti voleva essere anche un doveroso omaggio al 9 volte campione del Mondo e una spinta per rivederlo quanto prima in pista. Ma la musica cambierà presto. Specie in tv, la discesa dell’audience si farà sentire. Vedremo i numeri.

Un dato è certo. Il motociclismo è nato prima di Rossi e continuerà anche oltre l’era Valentino. Ma è altrettanto certo che oggi al Mugello, giornata di gran sole, non si è accesa la “lampadina” che consegna una pagina di sport alla leggenda e che trasforma il campione in un mito.

Il motociclismo/spettacolo plasmato su Rossi, a uso e consumo del pesarese, non c’è più. Rossi non rientrerà presto in pista. E quando avverrà, la metamorfosi sarà già compiuta. Solo allora si vedranno i danni fatti da chi, Dorna e FIM, ha voluto imporre un “baraccone” luccicante e milionario, ma dai piedi d’argilla. Il motomondiale proseguirà. Ma contenitore e contenuti saranno diversi.

Intanto, volenti o nolenti (o dolenti), le “prove generali” del dopo Rossi sono iniziate.

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