Tourist Trophy: feriti, morti e Mad Sunday

Di L. Lallai
Pubblicato il 14 giu 2010

Il Tourist Trophy in versione 2010 si è concluso lo scorso venerdì, con la proclamazione di Ian Hutchinson come Re del Mountain di fine decennio e Honda HM Plant come grande sconfitta della manifestazione. Ma dopo le gare, si comincia a fare il bollettino dei “caduti in battaglia”.

Il documento, quest’anno, ha nomi illustri, quali quelli di Guy Martin e Conor Cummins, che nel SeniorTT hanno salvato la pelle accompagnati (per un certo verso) dalla fortuna. Guy tornerà presto in sella, e Conor dovrà riprendersi da una brutta botta (ha rimediato la frattura del braccio sinistro, del bacino, contusione polmonare e lesione dei legamenti del ginocchio sinistro) che non l’ha messo in pericolo di vita.

Peggio è andata a Paul Dobbs e Martin Loicht, che hanno trovato il più fatale degli epiloghi sul Mountain, e si aggiungono alla fin troppo lunga lista dei piloti deceduti nell’Isola di Man. A gare concluse, poi, sono tante le persone che per le strade dell’isola si improvvisano campioni durante il Mad Sunday, un giro del tracciato aperto agli appassionati che spesso e volentieri, non avendo l’esperienza di chi conosce quelle strade a menadito, mettono in gioco la propria vita.

Ma il Touris Trophy, senza rischio e follia, ha davvero senso di esistere? Dopo il già citato Mad Sunday gli appassionati fanno la fila per poter acquistare l’ormai famosa t-shirt “I survived the Mad Sunday” e nonostante le performance sempre crescenti delle moto che competono e le morti frequenti, i piloti continuano ad iscriversi, aumentando anno dopo anno.

Questo sta a significare che il “fattore pericolo” è parte integrante della passione e della tradizione del TT, ed è forse la vera motivazione del perchè questa gara sia ormai leggenda. Tutti i partecipanti sono Eroi, tutti guardano la morte in faccia a Sulby e sono stimati e rispettati da coloro che conoscono l’effetto dell’adrenalina in circolo.

E’ così che nasce la contraddizione: mentre in MotoGP i circuiti con vie di fuga troppo corte vengono scartati a priori, sull’Isola di Man si passa a 300 all’ora accanto a marciapiedi, muretti e cabine telefoniche, il tutto approvato dalla Federazione Motocilistica Internazionale e dagli appassionati che continuano a supportare ed arricchire una manifestazione tanto spettacolare quanto suicida.

Più volte abbiamo letto commenti negativi sulla gara più antica del mondo. Il sondaggio ci sembra d’obbligo: Tourist Trophy SI o Tourist Trophy NO?

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