Marco Papa: scintille dal paradiso

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 23 giu 2010
Marco Papa: scintille dal paradiso

Se il motociclismo è nato e ancora vive perché era ed è impossibile convincere chi vuole correre a rinunciare, Marco Papa rappresenta, seppure in folta compagnia, il “simbolo” del corridore. Cioè di un ragazzo semplice che fa della propria passione la ragion d’essere della propria vita, una passione al limite della morbosità: quasi una fede, cui tutto si sacrifica. Anche la vita.

Chi, come Marco Papa, sceglie la velocità di una moto da corsa per inseguire la giovinezza e la vita che fuggono via, è tutto meno che incosciente o irresponsabile, tutto fuorchè matto. E’ anzi, l’emblema di chi ha piena “coscienza” del rischio, di chi sfida le leggi della statica e della dinamica, l’imprevedibilità del mezzo meccanico e della pista, per comprenderle e dominarle.

Il corridore è un ottimista. E Marco Papa è stato prima di tutto un campione di ottimismo, capace di esporsi al rischio, di fidarsi degli altri in un ambiente complesso e selettivo, di non arrendersi mai di fronte ai mille ostacoli del mondo delle corse e alla malasorte sempre in agguato, di convincersi che il traguardo e il podio sono vicini e di convincere altri a seguirlo nella sua impresa verso la vittoria.

Non sempre la vittoria sancita dal passare per primo sotto la bandiera a scacchi. Ma la vittoria ancora più ambita, quella che ti appaga perché hai fatto il tuo dovere, hai fatto esattamente quello che sognavi di fare. Per questo, anche quando non lo fai più perché non puoi può farlo né come pilota né come uomo, resta inalterata la traccia, che sopravvive a tutto e a tutti, travalica lo sport e la storia per diventare epopea.

Ci vuole il talento, anche. E Marco aveva il talento naturale del campione di razza, affinato poi con meticolosa dedizione, la voglia di migliorarsi, senza mai sentirsi uno “arrivato”, con la modestia di chi lavora incessantemente su se stesso e sul mezzo per togliere quel decimo di secondo sul giro che se non sempre porta la vittoria, porta però il sorriso, che Marco non lesinava mai.

Il destino non guarda in faccia nessuno e non fa sconti: più volte “graziato” in incidenti di gara anche assai gravi, Papa, a soli 41 anni, il 9 settembre 1999 incontra la signora in nero in un tratto autostradale a Rovato di Brescia.

Era nato a Perugia il 16 marzo 1958 e per quattro lustri aveva calcato le piste di tutto il mondo, sempre con dignità e onore, guadagnandosi il rispetto e la stima di tutti.

Il bel libro di Pier Paolo Vicarelli “Marco Papa, scintille dal paradiso” (Book Time) percorre l’intera vicenda umana e sportiva di questo ragazzo campione, tenace come i migliori figli della sua Umbria verde, pilota che con un bolide verde cominciò e con un bolide verde chiuse l’esaltante vicenda agonistica. Vicarelli, giornalista dal tratto fine, è uno che sa, che sa far sapere, che coinvolge e ti prende dentro.

E fra le pagine che corrono veloci, aleggia, come farfalla inconsolabile ma sorridente, Ornella Calvi, compagna inseparabile di Marco.

Il libro sarà presentato sabato 26 giugno alle 17,30 all’autodromo di Magione. Non mancheranno i tanti amici di un tempo che non c’è più ma che resta dentro il cuore di ognuno.

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