Yamaha "sostituisce" Rossi, se non è una fregatura è una pagliacciata
Si può anche dominare il mondiale MotoGP, come sta facendo la Yamaha, ma anche perdere la faccia. Che senso ha la scelta fatta dalla Casa dei tre diapason di affidare dal GP di Catalunya a tale Wataru Yoshikawa, veterano collaudatore 41enne, le super moto dell’infortunato Valentino Rossi?
Un senso ce l’ha: non “disturbare” in nessun caso il fuoriclasse pesarese e non “interferire” minimamente nel “clima” Yamaha, particolarmente favorevole. Insomma, regolamenti a parte, (se si vuole si trova sempre il modo di aggirarli), aver messo sulla moto di Rossi un manico come Ben Spies o un altro pilota di grande valore, avrebbe avuto il significato di marcare o predeterminare il futuro.
Un futuro probabilmente con la conferma di Jorge Lorenzo (in odore di titolo iridato) affiancato da un altro giovane talento. Di fatto l’addio a Valentino. Così non è stato e non è. La Yamaha non ha ancora deciso nulla in proposito. Ha deciso, alla Ponzio Pilato, di non decidere.
E vuole lanciare un segnale di grande apertura nei confronti del “Dottore”, il quale, avrebbe potuto leggere una scelta diversa (ad esempio Spies) della Casa giapponese, come un segnale di “benservito” con conseguenze facilmente comprensibili.
Bene, anzi male, per il motociclismo e per il buonsenso. Se non è zuppa è pan bagnato. Se non è una fregatura è una pagliacciata. Con lo zampino della Dorna?