MotoGP da sbadigli. Solo perchè manca Valentino Rossi?
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Da sempre Assen fa il pienone di pubblico, ma non sempre lo spettacolo offerto è degno del circuito definito, a ragione, l’Università del motociclismo. Il problema, però, non riguarda il GP olandese, bensì il motociclismo, in primis la MotoGP.
Indubbiamente la categoria top “paga” (specie sul piano mediatico e dell’audience televisiva) l’assenza di un fuoriclasse carismatico qual è Valentino Rossi, ma “soffre” non solo a causa di questo forfait. Con Valentino in pista ci sono state corse esaltanti, ma anche corse senza storia e noiose.
Il 15 volte campione del Mondo Giacomo Agostini ha vinto almeno un terzo delle sue corse, lottando contro … se stesso: spesso il secondo classificato prendeva distacchi oltre il minuto, persino il giro! Ma le corse non erano noiose, perché mai “scontate” e sempre ricche di protagonisti: anche la lotta per non fare ultimo può essere esaltante se a lottare sono venti o più corridori di valore.
Rossi o non Rossi, è penoso vedere la categoria regina con 15 partenti, di cui alcuni, oramai da “pensione”.
Nel motociclismo il problema dei costi è reale, ma c’è sempre stato e affrontarlo così è un bluff, come dimostra anche il dietrofront sulle prove del venerdi mattina.
Pensare, poi, per salvare la baracca, a un replay tipo Moto 2 più spinta, vuol dire infilarsi in un vicolo cieco: la monomarca di fatto è un inutile surrogato di corse vere.
Le corse di moto sono “competizione” su più fronti: di piloti diversi e mezzi diversi. Non basta il “trenino” per fare spettacolo. Se si “clonano” corridori e moto, si trasforma tutto in anonima play station.
Quindi il nodo non è Rossi. Chi, per decenni, ha visto ad Assen correre la 500 (ma anche le altre categorie), non può non rimanere deluso dello spettacolo visto ieri o in qualche altra corsa del 2010, o anche prima.
Non ha colpa Lorenzo se oggi gioca a gatto col topo e “uccide” lo show. Come non aveva colpa Rossi. In questo caso Rossi (vinceva) e Lorenzo (vince) perché in una determinata fase sono i piloti “più forti” in sella al mezzo “più competitivo”.
La domanda è un’altra: perché non hanno avversari adeguati? Per anni, Dorna e media si sono impegnati più a sostenere e preservare (e favorire) il fenomeno Valentino che ad alimentare il Circus per individuare e favorire l’anti-Rossi e il ricambio.
Così Rossi, da solo, ieri era “orfano” e oggi, senza Rossi, la MotoGP è “orfana”.
Bisogna rimettere mano alla radice, con lungimiranza, tempestività e coraggio. Non è facile. Soprattutto se vige solo una regola: quella del business.
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