MotoGP da sbadigli. Solo perchè manca Valentino Rossi?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 27 giu 2010
MotoGP da sbadigli. Solo perchè manca Valentino Rossi?


Da sempre Assen fa il pienone di pubblico, ma non sempre lo spettacolo offerto è degno del circuito definito, a ragione, l’Università del motociclismo. Il problema, però, non riguarda il GP olandese, bensì il motociclismo, in primis la MotoGP.

Indubbiamente la categoria top “paga” (specie sul piano mediatico e dell’audience televisiva) l’assenza di un fuoriclasse carismatico qual è Valentino Rossi, ma “soffre” non solo a causa di questo forfait. Con Valentino in pista ci sono state corse esaltanti, ma anche corse senza storia e noiose.

Il 15 volte campione del Mondo Giacomo Agostini ha vinto almeno un terzo delle sue corse, lottando contro … se stesso: spesso il secondo classificato prendeva distacchi oltre il minuto, persino il giro! Ma le corse non erano noiose, perché mai “scontate” e sempre ricche di protagonisti: anche la lotta per non fare ultimo può essere esaltante se a lottare sono venti o più corridori di valore.

Rossi o non Rossi, è penoso vedere la categoria regina con 15 partenti, di cui alcuni, oramai da “pensione”.

Nel motociclismo il problema dei costi è reale, ma c’è sempre stato e affrontarlo così è un bluff, come dimostra anche il dietrofront sulle prove del venerdi mattina.

Pensare, poi, per salvare la baracca, a un replay tipo Moto 2 più spinta, vuol dire infilarsi in un vicolo cieco: la monomarca di fatto è un inutile surrogato di corse vere.

Le corse di moto sono “competizione” su più fronti: di piloti diversi e mezzi diversi. Non basta il “trenino” per fare spettacolo. Se si “clonano” corridori e moto, si trasforma tutto in anonima play station.

Quindi il nodo non è Rossi. Chi, per decenni, ha visto ad Assen correre la 500 (ma anche le altre categorie), non può non rimanere deluso dello spettacolo visto ieri o in qualche altra corsa del 2010, o anche prima.

Non ha colpa Lorenzo se oggi gioca a gatto col topo e “uccide” lo show. Come non aveva colpa Rossi. In questo caso Rossi (vinceva) e Lorenzo (vince) perché in una determinata fase sono i piloti “più forti” in sella al mezzo “più competitivo”.

La domanda è un’altra: perché non hanno avversari adeguati? Per anni, Dorna e media si sono impegnati più a sostenere e preservare (e favorire) il fenomeno Valentino che ad alimentare il Circus per individuare e favorire l’anti-Rossi e il ricambio.

Così Rossi, da solo, ieri era “orfano” e oggi, senza Rossi, la MotoGP è “orfana”.

Bisogna rimettere mano alla radice, con lungimiranza, tempestività e coraggio. Non è facile. Soprattutto se vige solo una regola: quella del business.

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