E' il "miglior" Max Biaggi di sempre!
L’avrà certamente saputa sviluppare e settare al meglio, Max Biaggi, questa stupenda RSV4! Ma soprattutto il centauro capitolino questa Aprilia la guida da “corsaro” e la sta facendo volare magistralmente verso la stella dell’iride.
La competitività della quattro cilindri di Noale e il valore del team sono fuori discussione, meritano il massimo riconoscimento e il plauso incondizionato. Ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. In questo caso bisogna riconoscere a Max un livello di competitività personale di assoluto livello mondiale, a prescindere dal tipo di campionato.
Biaggi, così forte e sicuro, non è mai stato nella sua avventura in Sbk. Di più: questo è il Biaggi forse “tecnicamente” e “agonisticamente” migliore di tutti i tempi! La maturità del campione dell’Aprilia si è pienamente saldata con quella guida pulita, quasi morbida, molto redditizia ma via via sempre più aggressiva e addirittura arrembante, doti che si trovano solo nel cavallo di razza e, a questa età, nel fuoriclasse che supera se stesso.
Ecco, Max Biaggi, senza cadere nell’euforia della partigianeria, ha superato se stesso e presto aggiungerà un tassello “unico” fra i grandi dei grandi di questo sport.
Quindi, un’altra bella pagina scritta da un fuoriclasse “sempreverde”, da una grande Casa che lascia il segno in pista ma non pesa politicamente nella “casta” del Circus internazionale, da un pool di aziende (sponsor ecc.) e di uomini che, lo ripetiamo, meritano l’apprezzamento e il riconoscimento mondiale.
Scrivevamo dopo il trionfo in America: “Non è vero che questo è l’”anno di Biaggi”, come se fosse già tutto preconfezionato, scontato, facile. In questo sport niente è regalato, neppure la sfortuna o la fortuna, sempre altalenanti. Max e gli uomini di Noale hanno visto giusto all’inizio, hanno investito nel nuovo progetto, hanno stretto i denti, hanno seminato e raccolto. Un lavoro duro, certosino, a testa bassa, senza trionfalismi, ma convinti di farcela di fronte ai colossi mondiali dell’industria motociclistica internazionale”.
Così è stato, così è.
Nel motociclismo, la passione e il tifo (anche quello più acceso) convivono, ed è giusto che sugli spalti e davanti alla tv ci si divida. Oggi, davanti agli exploit di Biaggi e dell’Aprilia, ogni italiano deve sentirsi orgoglioso.
Al di là del tifo, in quella bandiera tricolore che sale sul pennone più alto e in quello “straccio” nero del corsaro, c’è il meglio del motociclismo. E, perché no, dell’Italia.