Max Biaggi c'è! E gli altri? ...
Strane, le corse! Prendete la SBK 2010: c’è un solo pilota “vincente”, ed è Max Biaggi. Vincente vuol dire che va forte nel giro secco e sul passo, gestisce al massimo livello di efficienza se stesso e il mezzo, si “salda” con il team, incassa risultati su risultati, commette meno errori degli avversari, è in grado (almeno fin qui) di dominare la pressione degli eventi.
Il tutto a ridosso dei 40 anni, dopo che nelle ultime stagioni, davvero in pochi avrebbero scommesso un euro sulle possibilità di grande rilancio del pilota romano. In SBK , solo Max Biaggi ha mantenuto le … sue promesse, e la conquista quasi certa del titolo iridato delle derivate di serie sarà il degno coronamento di una carriera di un fuoriclasse che ha onorato e onora il motociclismo.
Altri, invece, (ci riferiamo esclusivamente alla Sbk del 2010) hanno disatteso le aspettative, deludendo. Qualche esempio?
Leon Haslam, passato da un inizio di stagione travolgente a una fase incerta, oggi è in crisi. Perché? Qui non si discute il “manico” del giovane inglese. Leon è un “purosangue”. Ma non tutti i cavalli di razza poi scrivono un palmares adeguato. In altre parole, non basta dimostrare talento in pista.
Ci vuole, oltre la capacità di guida, tanta costanza e anche una straordinaria tenuta psicologica per non essere sopraffatti da una pressione che cresce in modo algebrico in rapporto ai risultati e alle responsabilità conseguenti. In questo caso, non c’è una debacle della Suzuki (a Brno l’ha dimostrato il compagno di Haslam, Guintoli), ma semplicemente (si fa per dire) un netto calo di competitività del pilota, un calo di concentrazione che l’ha fatto piombare in uno stato di smarrimento.
Colpa della rimonta e del sorpasso in classifica di Biaggi? Se questa crisi fosse dovuta da proposte ricevute da altre Case, la sostanza non cambierebbe, dimostrando la vulnerabilità e la difficoltà di Haslam nel gestire, da pilota di primissimo livello, la complessità delle corse. Peccato.
Altri piloti sono in difficoltà. Per primo, Noriyuki Haga. Qui di psicologico c’è ben poco. Il campione della Ducati è nella parabola discendente. Purtroppo, quella del giapponese, pare proprio una caduta libera e rischia di fare chiudere male la carriera a un pilota fra i più forti del motociclismo mondiale.
Che dire di Max Neukirchner? Fino alla passata stagione considerato ben più di una eccellente promessa. Oggi, complice disastrose cadute, il pilota tedesca è finito. Altri confermano valore e limiti. Qualche esempio?
Ruben Xaus, velocissimo, a sprazzi, ma sempre legato a un filo di lana, tutto fuorchè una “certezza”. Smrz, idem. Fabrizio, un po’ più … a posto, ma ancora su una strada non … lineare. Stesso discorso per Rea, capace di qualsiasi prodezza, ma anche di qualsiasi sciocchezza.
Certezze? Dai vecchi leoni: Corser e Checa. Gran signori, grandi piloti. Ma il primo, superammirevole, non può continuare a fare il passo più lungo della gamba. Il secondo, tanto di cappello, è più .. misurato e sa sempre come comportarsi. Anche quando si tratta di non … strafare e tirare i remi in barca.
Insomma, si dimostra, pur schematicamente, che piloti “completi” come Max Biaggi non nascono facilmente. O meglio, possono anche nascere, ma poi i più si rovinano nel … crescere.
Anche per questo bisogna ammirare Biaggi e dirgli: grazie, “corsaro”!