Motoblog alla Madonnina dei Centauri

Di Nico Condorelli
Pubblicato il 18 lug 2010
Motoblog alla Madonnina dei Centauri


Quando si desidera da tempo un qualcosa e finalmente dopo tanti sacrifici e rinunce lo si possiede, subito si innesca nella testa uno strano meccanismo di adorazione mai avvertito prima. Un labile confine tra sacro e profano.

Nell’agenda di ogni buon motociclista che si rispetti, il secondo fine settimana di luglio è esclusivamente rivolto al raduno internazionale della Madonnina. Non quella più nota che sovrasta la città di Milano, bensì l’intima protrettrice del popolo dei centauri (riconosciuta addirittura con bolla papale nel’47) giunta quest’anno alla sua 65a edizione.

La cornice è la splendida provincia di Alessandria. Una scoperta: tutte quelle colline e tornanti su paesaggi mozzafiato! La mia avventura comincia dal centro, subito si nota un clima di festa, con tanto di indicazioni e scritte inneggianti l’evento.

madonnina dei centauri
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Mi dirigo allora verso la caserma Valfrè, dismessa ormai da molti anni ma ancora in discrete condizioni, rievoca antichi splendori, e rappresenta il perfetto teatro dell’avvenimento. Butto un occhio veloce alle targhe e mi rendo subito conto che sono uno dei più “vicini” geograficamente ad esser giunti fin lì: nel piazzale c’è una grossa fetta d’Europa! Parlano lingue diverse, ma si capiscono e si riabbracciano appena si scorgono da lontano, contenti di non aver mancato l’appuntamento neanche quest’anno.

Questo era il vero spirito con cui il fondatore, il farmacista dott. Marco Re, nel pieno della Grande Guerra, e sotto le bombe che dilaniavano le Nazioni, auspicava:

“Quando la guerra sarà passata e la pace ritornerà a regnare anche sul martoriato suolo della nostra Patria, i motociclisti potranno riprendere la loro attività circolatoria, organizzativa e sportiva; la Madonnina dei Centauri ne ispirerà l’azione, ne guiderà i passi, ne proteggerà l’ascesa”.

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Il suo appello ha trovato riscontro sin dall’immediato dopoguerra, e così una volta all’anno, i motociclisti dell’intero continente (moderni cavalieri dell’era meccanica) si radunano al Santuario di Castellazzo per celebrare la “Celeste Patrona dei Centauri”, ripetendo le antiche gesta dei cavalieri Crociati che invocavano la grazia divina prima di scendere in battaglia. Ben 65 le edizioni consecutive, con un numero di partecipanti mai inferiore ai 1500 (anche nelle epiche giornate di acquazzoni estivi).

La componente religiosa è fortissima, ma non è l’unica. Non tutti i partecipanti infatti sono cattolici: arrivano qui soprattutto dai paesi nordici, perchè sentono che questa è anche la loro casa. Tanti accettano la tradizione dei primi centauri in modo superficiale, ma quando escono dal santuario sono commossi, cambiati per sempre.

Strana gente questi alessandrini: apparentemente freddi, grigi come i colori della squadra locale, nascondono un gran cuore pulsante appena se ne presenta l’occasione. Così mi lascio tentare (a dir il vero senza opporre troppa resistenza) e neanche il tempo di dissetarmi che sono di nuovo in sella per una delle due gite previste della giornata, divise in corta e lunga, a seconda del percorso, che ormai da 5 o 6 anni contribuiscono alla valorizzazione del territorio, alla scoperta di quelle chicche che gli organizzatori (come la speaker d’eccezione Giovanna Boveri) definiscono “le bomboniere”.

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In ritardo come al solito, approfitto della gentilezza di una guida del posto e mi immergo nelle suggestive strade del Monferrato. Tra tornanti e campi di girasole, il tempo passa veloce e in men che non si dica raggiungo il gruppo alla prima sosta, l’affascinante Castello di Piovera.

Un maniero dalle origini perse nella legenda, una dimora fatata che conserva l’alone mitico del passato. Il Conte Niccolò Calvi di Bergolo in persona, ultimo erede, attuale proprietario ed innamorato delle amene stanze, ci guida in un percorso d’eccezione che si snoda dai sotterranei sin nella torre, raccontandoci di templari e cavalieri, della sua famiglia imparentata con i regnanti di mezza Europa e del progetto di sviluppo delle abilità artistiche che alimentano l’attrattiva del posto.

Casco di nuovo in testa, paraschiena al suo posto ed eccoci di nuovo sul percorso. Seconda tappa al Birrificio Civale, break che inaspettatamente presenta un prodotto artigianale e freschissimo, gradito a profusione da tutti i presenti, una sensazione di ristoro che si stampa concreta come il più desiderato dei miraggi nella calura estiva. Solo qualche sorso perchè dopo si torna in sella e il buonsenso è d’obbligo. La strada è davvero spietata con chi non la rispetta… e non vogliamo metterla alla prova.

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Sabato sera la stupefacente esibizione freestyle, con tanto di trampolino a pochi metri dal muro di cinta. Tra i saltatori anche Paolo Casiraghi (in arte Suor Nausica), noto personaggio di Colorado Cafè, che si è presentato nella sua consueta veste da monaca: ogni acrobazia, una benedizione alla folla! Qualche risata in compagnia dei nuovi amici, salamella e chiacchiere che sciolgono la lingua ed è già domenica. L’attesa è palpabile.

Nella piazza di Castellazzo, si sono riunite tutte le moto accorse e i singoli rappresetanti di ciascuna Nazione sono stati invitati ad entrare nel Santuario per la benedizione del Vescovo. E’ stata l’occasione anche per ricordare gli amici scomparsi. A seguire la splendida parata che ha attraversato Alessandria e provincia con un cordone spettacolare di 12 km ininterrotti di moto!!!

Nulla di più emozionante che entrare in città accolti da un’ovazione e gente che ti acclama come un eroe, e ti senti l’onorato rappresentante di quell’arte cavalleresca cui si riferiva il fondatore. Oggi il dott. Re si sarebbe commosso nel vederci lì riuniti, non senza chiedere di poter far almeno un giro sui nostri impetuosi destrieri d’acciaio!

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