"D day", Rossi-Ducati boccata d'ossigeno per la MotoGP. Ma ...
E’ il “D day”. Con tutti i tira e molla degli ultimi mesi, la notizia è “spompata”, ma sempre notizia è.
Anzi, l’ufficialità di oggi pomeriggio del matrimonio Rossi-Ducati è “la” notizia dell’anno e sancisce la nascita del super binomio tutto italiano chiamato a risollevare una MotoGP in piena crisi di identità e di spettacolo.
La nuova accoppiata tricolore porterà una boccata d’ossigeno ma non guarirà la classe “regina”, nobile decaduta, con la corona impolverata.
La nuova accoppiata indubbiamente suscita clamore, interesse, aspettative e certamente porterà al motociclismo più vantaggi che svantaggi.
Soprattutto sul piano mediatico, oggi fondamentale per alimentare lo sport-spettacolo, attirare mega sponsor in grado di attutire i contraccolpi della crisi economica internazionale, capaci di tenere accese le luminarie di un luna park di cartapesta e di pagare ingaggi e diritti tv da capogiro. Fin che dura.
Altro discorso è la pista. Che alla fine è quel che conta. E qui, in pista, i risultati diranno se la sfida voluta dal pilota pesarese e dalla Casa bolognese è stata scelta vincente o capestro.
Stando ai fatti di questa stagione 2009, “ridimensionata” per aver voluto privilegiare il puzzle dorato del moto mercato rispetto alle gare, lo “sposo” (Rossi) e la “sposa” (Ducati) convolano a nozze non con il massimo di … dote fresca.
Il talento e il palmares di Valentino, nonché il blasone della Ducati sono fuori discussione e sono una garanzia per ricercare la massima competitività.
Ma il “Dottore” non esce dalla Yamaha nel modo più brillante (per la ruvidità del fine rapporto e soprattutto per aver perso il duello interno con Jorge Lorenzo in odore di casco iridato): non è una fuga, ma il … “benservito” brucia al pilota di Tavullia che, per la prima volta, non si è sentito al centro delle preferenze e del … “sistema” e alla fine l’opportunità Ducati è diventata quasi … obbligata.
Così come la Ducati non può accogliere il nove volte campione del Mondo con il mezzo vincente, moto che con un solo pilota (Stoner) ha vinto un titolo mondiale e solo con l’australiano è stata ed è davvero al top.
Niente, quindi, è scontato. E ciò rende più avvincente la sfida, alimentando anche il fuoco delle polemiche, sale dello sport.
Valentino Rossi e la Ducati meritano il più grande in “bocca al lupo” da parte di tutti, tifosi e non del nuovo binomio Made in Italy.
Il motociclismo italiano ha di che gioire: nel 2011 i due più forti piloti italiani (Rossi e Biaggi) in sella alle moto delle due più forti Marche oggi impegnate nelle corse mondiali (Ducati e Aprilia). Non è poco, di questi tempi.
Davvero a volte i destini (quelli del “Dottore” e quelli del “Corsaro”) tornano a incrociarsi. Non direttamente. Ma è sfida nella sfida. E poi, mai dire mai.