Burgess chiede una modifica sul regolamento del peso minimo delle MotoGP

Rossi pesa 15 kg in più di Pedrosa e per Burgess questo lo penalizzerebbe troppo in rettilineo e in accelerazione. L'ingegnere australiano chiede una modifica del regolamento in stile Moto2.

Di Francesco
Pubblicato il 10 ott 2013
Burgess chiede una modifica sul regolamento del peso minimo delle MotoGP

Jeremy Burgess, l’ingegnere australiano che dal 2000 segue come capo tecnico Valentino Rossi, vorrebbe cambiare le regole del peso minimo in MotoGP. Secondo “Geremia” (soprannome datogli dal pesarese) infatti i piloti più leggeri come Marquez, Lorenzo e Pedrosa, sarebbero avvantaggiati rispetto a Rossi, che con i suoi 67 chilogrammi pesa una quindicina di kg in più rispetto ai suoi avversari.

Il regolamento parla chiaro: le moto fino a 800 centimetri cubici possono pesare fino minimo 150 kg, quelle dagli 801 ai 1000 cc almeno 160 chilogrammi e a inizio stagione i team devono zavorrare opportunamente le moto per raggiungere il peso stabilito. In Moto2 (come in Moto3) invece si calcola il peso complessivo di moto più pilota (compreso di tuta e protezioni varie), per un minimo di 215 kg. Secondo Burgess, se la stessa regola fosse applicata anche nella classe regina, Rossi potrebbe diminuire il gap che attualmente paga in accelerazione rispetto ai “pesi piuma”.

Il regolamento del peso minimo, se a un’occhiata superficiale potrebbe favorire i più leggeri, era stato ampiamente dibattuto già nel 2011 (anno in cui si decise di introdurre la nuova norma), quando Pedrosa aveva dichiarato che anche essere molto leggeri ha i suoi svantaggi: l’allora compagno di squadra Casey Stoner gli fece eco, sostenendo che con tutta la cavalleria a disposizione il problema principale è controllare la trazione e un pilota più “piantato” sarebbe avvantaggiato rispetto a uno molto leggero. Ecco la dichiarazione dell’epoca rilasciata dall’australiano, quando era compagno di team di Pedrosa:

“Ora abbiamo molti più cavalli di quanti ce n’erano all’epoca dei due tempi e nessuno si lamentava così tanto. Alcuni piloti si lamentano di più adesso rispetto ad allora, questo nonostante abbiamo più potenza e più problemi a trovare trazione. Penso che questa sia la parte più importante. Se uno è più pesante dovrebbe avere trazione più facilmente. Ci sono state molte polemiche sulla nuova era con l’introduzione dell’elettronica e il controllo di trazione e si cerca di trovare scuse ovunque per cose diverse; ci sono pro e contro a tutto. Le dimensione di Dani gli procurano molte difficoltà nei cambi di direzione e allo stesso tempo chi è più pesante ha svantaggi in rettilineo e forse in uscita di curva. Ma le loro moto sono molto più stabili di quanto non lo siano per quelli più leggeri. Ci saranno sempre discussioni su questo.”

Nella bagarre era intervenuto anche Livio Suppo, sostenendo la tesi che vantaggi e svantaggi si compensino: i piloti pesanti perdono in rettilineo, ma rispetto a quelli leggeri mantengono un miglior grip in curva e sono avvantaggiati in frenata. Ma forse, più che pesi e misure, sono talento e voglia di vincere, a fare la vera differenza…

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