Addio a Sergio Lugli, il “leone” del motorismo modenese

All’età di 86 anni se ne è andato Sergio Lugli, modenese purosangue, uomo di idee e di fatti, imprenditore venuto dalla gavetta, amante delle sfide, grande appassionato di motori, di corse, di piloti.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 13 ott 2013
Addio a Sergio Lugli, il “leone” del motorismo modenese

Proprio ieri scrivevamo della ORAL – l’engineering emiliana in forte crescita nella Moto 3 Grand Prix e impegnata con successo in altri segmenti delle competizioni motoristiche nazionali e internazionali nonché in settori strategici quali la difesa e l’aeronautica – sperando che la forte fibra del presidente e fondatore del Gruppo Oral riuscisse a contrastare l’assalto della Signora in nero.

Purtroppo così non è stato, lasciando alla famiglia, agli amici, ai soci e ai dipendenti solo il ricordo di un uomo buono e sincero, aperto e cordiale, umile e forte, capace di tracciare vie nuove – nell’impresa, nella meccanica, nelle competizioni – navigando sull’onda dei sogni ma stando coi piedi per terra, cosciente delle difficoltà e dei rischi.

Sergio Lugli amava la vita a tutto tondo, si interessava di tutto e di tutti, con spirito sereno ma critico dondolando la testa di fronte alle “rotelle che non giravano bene” in Italia e nel mondo, ma non cedeva al pessimismo di Enzo Ferrari quando affermava: “ Non mi piace più questo mondo dove la violenza ha preso il posto della ragione”. Sergio era stato amico e collaboratore del “Drake” e proprio alla Ferrari aveva mosso i suoi primi passi imparando il mestiere – vera e propria arte, dalla forgia alla battilastra al tornio – nel reparto delle lavorazioni meccaniche della Casa del Cavallino rampante.

Quindi, nel 1962 l’uscita dalla Ferrari e il gran salto del mettersi in proprio, aprendo una piccola officina di lavorazioni meccaniche di precisione. Il primo a tirar su la serranda al mattino e l’ultimo a uscir dalla fabbrica a tarda sera, spesso a notte fonda. Così dall’inizio alla fine, fino a pochi giorni addietro, per oltre 50 anni.

Sergio Lugli, uomini come lui, non hanno mai tradito la loro fede: quella di costruire, di non abbassare la guardia, di cercare di migliorare il prodotto e l’impresa e di migliorarsi come uomini e come imprenditori. Sergio Lugli fa parte della schiera di lavoratori, artigiani, industriali pionieri e artefici dell’Italia risorta dalle rovine della guerra e riportata al rango di Nazione che fa e che sa fare bene, italiani capaci, gente di esempio, da rispettare.

Lugli è figlio della sua terra emiliana “de mutor”, un uomo simbolo della civiltà del motore e della meccanica, memore del passato come base culturale di quello che si è fatto prima, ma sempre alla ricerca del nuovo, investendo in uomini, mezzi, tecnologie per trasformare, progredire, al passo coi tempi che mutano. Intuizioni non solo tecniche e imprenditoriali, anche una lezione di vita, utile soprattutto per i giovani di oggi, uno stimolo a credere in se stessi e nel proprio Paese, a non mollare mai anche quando crollano i punti di riferimento e il futuro sembra senza speranza.

Non a caso Lugli seppe conquistarsi, con le sue capacità tecniche e manageriali, la fiducia e la stima di una personalità complessa e non certo facile, straordinariamente geniale come Enzo Ferrari. In pochi anni la Oral Officine Meccaniche divenne uno dei maggiori e più apprezzati fornitori della Ferrari Gestione Sportiva e produzione.

Contemporaneamente venivano create altre aziende collaterali, specializzate nella componentistica automotive come la Omesa (assi a cammes), FAP (alesature), FABER (movimentazioni automatiche), SEA (tamburi) e nel 1995 la Oral Engineering. Quest’ultima è stata per Sergio Lugli il completamento del sogno di una vita, creando con l’Ing. Mauro Forghieri e Franco Antoniazzi una società di engineering che nel giro di qualche anno è diventata uno dei più conosciuti e apprezzati poli di progettazione e sviluppo italiani ed internazionali.

Tanti sono stati i progetti realizzati in 18 anni dalla Oral Engineering, spaziando dalla F1, alla produzione, al settore motociclistico. Di particolare rilievo l’attività svolta in collaborazione con la BMW Motorsport, diretta dal mito dell’automobilismo tedesco Paul Rosche. L’ultimo progetto, al quale Sergio Lugli teneva particolarmente, in quanto fautore del Made in Italy, è stato il progetto Moto3. Sergio vedeva in questo impegno il riscatto dei piccoli artigiani italiani che sfidano i grandi costruttori mondiali come Honda e Ktm. Le ultime prestazioni della Oral M3 nel Campionato Italiano ed Europeo lo hanno reso felice ed orgoglioso, pochi giorni prima della sua morte.

Il Gruppo Oral continuerà con rinnovato impegno la strada tracciata dal suo fondatore, nel solco della passione, della competenza, della ricerca. Mauro Forghieri e Franco Antoniazzi non hanno bisogno di presentazioni.

Dice Forghieri: “Sergio è stato uno dei più abili, capaci e coraggiosi artigiani modenesi. Ha creato da zero un Gruppo di aziende che hanno tenuto alto il prestigio della meccanica modenese. Sua è stata l’idea di formare nel 1995 la Oral Engineering, ed in questi anni si è adoperato per farla crescere, mostrando coraggio e determinazione.”

E Franco Antoniazzi: “Ho conosciuto Sergio nel 1978, quando ero in Ferrari. Da allora i nostri rapporti si sono consolidati, prima come fornitore di componentistica per i Team nei quali lavoravo e poi come socio nell’Oral Engineering. Quando propose a me e Forghieri di realizzare la Oral Engineering, gli facemmo presente le difficoltà che avremmo dovuto affrontare; ci rispose in dialetto modenese: “andam avant!”. Per me questo è ancora oggi il suo messaggio, andare avanti, sempre. Con lui scompare un amico ed un imprenditore di valore, che ha passato ogni giorno della sua vita in officina”.

Sergio Lugli amava i piloti, si informava in particolare dei giovani dialogando spesso con il compianto Walter Villa, con Luca Cadalora e tanti altri, nomi famosi, miti della Formula uno e del motomondiale o ragazzi alle prime esperienze. Il “leone” – così lo chiamavano in particolare i dipendenti e i collaboratori – non c’è più ma resta indelebile la sua opera.

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