MotoGP Sepang, colpaccio trionfale di Pedrosa. Marquez, punti d’oro per il titolo. Lorenzo sul podio. Rossi, solito quarto

L’asfalto rovente di Sepang è niente rispetto alla iniziale bagarre in pista, un fuoco incrociato fra Lorenzo, Pedrosa, Marquez, Rossi, Bautista a caccia di conferme e rivincite di grande portata.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 13 ott 2013
MotoGP Sepang, colpaccio trionfale di Pedrosa. Marquez, punti d’oro per il titolo. Lorenzo sul podio. Rossi, solito quarto


Il quintetto degli indiavolati battistrada infiamma tutti ma è Pedrosa a tentare subito la fuga, sono Marquez e Lorenzo a menar fendenti di ogni tipo, è Rossi ad approfittarsi della guerra fra spagnoli e non perdere l’occasione del colpaccio, è Bautista a stringere i denti per non mollare il poker d’assi.

Poi, giro dopo giri da infarto, c’è l’assestamento, si torna al passato, a un grande passato, dove ancora una volta sono gli spagnoli ad involarsi, in una fuga che lascia a Valentino Rossi, oltre l’amaro in bocca, il solito ruolo di fanalino di coda fra i grandi.

Aveva ragione Valentino quando alla vigilia affermava: “Siamo vicini, ormai il gap dai primi è ridotto”, ma la corsa lo smentisce rimettendo tutti nelle consuete caselle dove, in quella degli sconfitti, c’è ancora il pesarese: il podio è lontano, la vittoria una chimera e gli oltre 10 secondi di gap pesano come un macigno. Tant’è, questi sono i valori in campo segnati dal cronometro, sanciti dalla pista, ribaditi dalla classifica generale.

Volano le Honda, indubbiamente qui una spanna (in millesimi e decimi) sopra le Yamaha, ma non si può certo togliere valore al gran manico “freddo” di Pedrosa (sempre in debito con la dea bendata), prove, qualifiche e corsa da manuale, e alla manetta d’oro di Marquez, un esordiente che si conferma gladiatore e fenomeno – oggi anche capace di non strafare – che merita il titolo iridato. Lorenzo, da par suo, ci ha provato e già a metà gara si è dovuto piegare di fronte all’evidenza dei fatti che riducono al lumicino la possibilità di mantenere il titolo di campione del mondo.

Di Rossi, abbiamo già detto sopra. Deludente Crutchlow, solo sesto con un distacco pesante: oltre 22 secondi. La Ducati, purtroppo, ha oggi aggiunto un’altra perla grigia alla stagione peggiore di quelle già viste negli ultimi due anni: il proverbiale motore di Borgo Panigale è andato in fumo, lasciando “scottato” il povero Hayden. Dovizioso, ottavo, ma con gap abissale, 45 secondi!

Onore a Pedrosa per questa vittoria di forza, onore a Marquez per aver saputo gestire la gara e portato a casa punti d’oro, onore a Lorenzo, mai domo e … sapiente, onore a Rossi, un passato che resiste.

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