Moto2: Dichiarazioni della direzione di gara sull'incidente di Shoya Tomizawa

Di Gianluca
Pubblicato il 6 set 2010
Moto2: Dichiarazioni della direzione di gara sull'incidente di Shoya Tomizawa


Riportiamo integralmente le dichiarazioni dei componenti della Direzione gara sull’incidente che ha portato la morte del giovane pilota giapponese Shoya Tomizawa: Direttore di gara Paul Butler, Claude Danis (FIM), l’ufficiale della sicurezza Franco Uncini, l’ufficiale della Clinica Mobile Claudio Macchiagodena, e Javier Alonso (Dorna).

Claudio Macchiagodena: “Abbiamo pensato di fermare la gara perché era pericoloso, ma i piloti sono stati raggiunti immediamente. Non ho chiesto alla Direzione Gara le bandiere rosse perché non mi avrebbero aiutato col mio lavoro, avremmo ritardato l’intervento dell’ambulanza. Dietro le protezioni della pista avevamo un ambulanza con respiratore e abbiamo iniziato subito una cura intensiva. Era importante avere la ventilazione e due medici presenti. Arrivato al centro medico le sue condizioni erano critiche e lì abbiamo proseguito la cura intensiva. Abbiamo controllato il trauma addominale perché la situazione era molto seria non solo per il trauma al cranio. Ha sofferto un trauma al cuore e l’opzione migliore era di trasportarlo all’ospedale di Riccione e utilizzare l’elicottero non avrebbe permesso la continuazione del processo di respirazione. Alla fine non c’è stato nulla da fare”.

Paul Butler: “Credo che per prima cosa sia necessario stare vicino alla famiglia, agli amici e al team di Tomizawa. Il Dottor Macchiagodena ha spiegato la situazione molto chiaramente. Il mio lavoro è decidere quando usare o meno le bandiere rosse, sulla base delle indicazioni che ricevo. L’intervento medico è stato molto rapido ed efficiente visto che il punto dell’incidente era pieno di servizi medici: ambulanze e dottori. Non hanno corso rischi gli altri piloti, quindi non c’era ragione per la bandiera rossa”.

Claude Danis: “Voglio solo confermare quanto detto da Paul. Abbiamo pensato non fosse necessario fermare la gara perché sembrava tutto ok in pista durante il giro successivo. Oggi è un giorno molto triste e a nome della FIM voglio esprimere le mie più profonde condoglianze alla famiglia, al team e agli amici di Tomizawa”.

Franco Uncini: “Siamo molto vicini alla famiglia, agli amici, al team e a tutti coloro che gli erano vicini. Quello che è successo non ha nulla a che vedere con la sicurezza. Sono tipologie di infortuni che possono capitare sempre e ovunque. Con la tecnologia di oggi è molto difficile risolvere i problemi di protezione dei piloti, ma ci stiamo provando e in futuro saremo in grado di diminuire le lesioni negli incidenti”.

Javier Alonso: “Oggi abbiamo perso una persona eccellente, un buon pilota, ma prima di tutto una grandissima persona e siamo molto dispiaciuti. Voglio solo fare un chiarimento perché sembra che la notizia sulla morte di Tomizawa sia uscita prima della comunicazione ufficiale. Questo è accaduto perché volevamo prima informare la famiglia”.

Riportiamo da Sportmediaset le dichiarazioni del Dottor Claudio Costa che ha assistito lo sfortunato Tomizawa: “La bandiera rossa è un gesto di protezione. Tutto si ferma per vedere di salvare un ragazzo di 20 anni, ma quando in pista sfrecciano altri piloti a velocità vertiginosa si può decidere di spostare il soccorso in una zona protetta. Sono delle scelte che i medici che sono a bordo pista possono fare. In questo caso non entro più nel merito di questa situazione perché la cosa che mi ha affranto è che un ragazzo che espandeva profumo ha perso la vita a 20 anni. Tutti hanno lavorato con grande impegno a Misano e a Riccione, con tanto amore. Quando alle 14.19 Shoya ci ha lasciati sul lettino, gli sono stati tolti i macchinari, i tappi alle orecchie e qualcuno lo ha baciato in fronte sembrava che quel corpo sorridesse ancora. Nel paddock anche se non sarà più presente fisicamente, resterà il suo sorriso. Come reagiscono i piloti? C’e’ il dolore, ma loro sanno che giocano a scacchi col rischio e pericolo della morte e proprio per questo per me sono speciali. Loro inconsciamente con questa signora vestita di nero parlano”.

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