Confermato sciopero dei benzinai dal 15 al 17 settembre

Di Gianluca
Pubblicato il 10 set 2010
Confermato sciopero dei benzinai dal 15 al 17 settembre

I benzinai hanno confermato lo sciopero di tre giorni, dal 15 al 17 settembre prossimi. I gestori dei distributori di carburante e le associazioni alle quale appartengono puntano ad un vero “blackout” di tre giorni con una chiusura dell’80-85% del totale degli impianti in Italia. Rimarranno quindi chiusi sia i distributori nelle città sia quelli su autostrade e tangenziali.

Faib Confesercenti, Fegica Cisl, e Figis-Anisa Confcommercio, dopo l’assemblea di ieri mattina, hanno incontrato Stefano Saglia – sottosegretario al ministero dello Sviluppo – mercoledi pomeriggio al ministero, preannunciando scetticismo sulla possibilità che l’incontro potesse portare a una revoca dello sciopero. E così infatti è stato. Sul tavolo, il protocollo firmato due anni fa con il ministro Scajola.

“Promesse non mantenute – hanno tuonato le organizzazioni di categoria – Il contenuto di quell’accordo non è stato attuato, e viene ora completamente stravolto.” Ricorrere allo sciopero “è eccessivo – ha ribattuto Saglia, che ne ha chiesto la revoca, – “anche per non creare disagi ai consumatori”. Saglia ha spiegato che il disegno di legge sulla Concorrenza, al centro del “braccio di ferro” con i gestori dei distributori di carburante, ha l’obiettivo di riorganizzare il mercato, contenendo i prezzi dei carburanti a favore dei consumatori, senza penalizzare nessun attore della filiera. Testo che comunque non è ancora stato presentato al consiglio dei Ministri, e dovrà passare attraverso il dibattito parlamentare.”

Il confronto o per meglio dire lo scontro, riporta Il Secolo XIX è sul percorso tra la liberalizzazione del settore e il nodo della concorrenza della grande distribuzione. “Non possiamo competere con chi paga il carburante all’ingrosso tre volte meno di noi. Non abbiamo margini di concorrenza sul prezzo con ricavi lordi di 40 euro ogni mille litri di carburante venduto”, dice Martino Landi, della Faib. I gestori temono di essrre l’anello debole tra della catena tra petrolieri e Stato che incassa i due terzi del prezzo al pubblice mentre agli stessi gestori resta un margine lordo inferiore al 3% sul prezzo pubblico e il peso del costo di sconti e campagne promozionali.

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