Kawasaki ZX-10R 2011: prime foto ufficiali e dati tecnici
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Ieri vi abbiamo proposto le foto delle foto della nuova Kawasaki ZX-10R che finiranno sulla copertina di Cycle World, oggi invece troviamo su internet il materiale multimediale, ovvero le foto in alta risoluzione della verdona, che si mostra così in tutta la sua cattiveria ancora prima della presentazione ufficiale da parte della casa.
Un muso lungo fa da eco all’ultima tendenza Kawa, già scoperta con la Z1000, e ne reinterpreta il concetto offrendo un frontale non al massimo dell’originalità (la feritoia centrale con due proiettori simmetrici non stupisce più nessuno), ma senza dubbio interessante per spigoli e proporzioni. Sotto di esso rispuntano i deflettori sulla carena, elemento distintivo delle care vecchie Ducati 999/748.
La parte centrale è qualcosa di ormai classico per la supersportiva di Akashi, con un serbatoio dalle line morbide, questa volta ancora più ampio grazie al telaio che corre più basso che abbraccia il monoblocco del 4-in-linea. Questa soluzione dovrebbe significare il vero cambio di rotta della versione Superbike, carente di prestazione prioprio a causa delle caratteristiche dinamiche del telaio.
Andando verso il retrotreno troviamo un codone caratterizzato dai particolari indicatori di posizione integrati, mentre il resto non racconta molte novità, dal faro fino allo scarico tozzo e corto sulla destra. La vera e inedita Ninja la vediamo una volta superata la barriera verde, dove comincia il nero della ciclistica.
La forcella anteriore è una Big Piston della Showa, l’ultimo ritrovato tecnologico della casa giapponese. L’impianto frenante si avvale di dischi wave stretti da pinze radiali. Il forcellone posteriore asimmetrico è un vero pezzo d’arte, molto lungo e massiccio, che muove un mono posizionato orizzontalmente sotto la seduta del pilota. I cerchi sono a tre razze fini, come i giapponesi ci hanno sempre proposto in questi ultimi anni.
Cambia parecchio rispetto alla versione attuale, compresa la posizione di guida, quasi più stradale. Infatti la sella passa da 830mm a 812, le pedane avanzano leggermente (35mm) e i semimanubri riducono l’inclinazione. Una strumentazione totalmente digitale si erge dietro il cupolino, davvero completa e bella da vedere, con scala dei giri in diversi colori.
Il motore non cambia nella cilindrata, e i 998cc raffreddati ad liquido del 4 cilindri ricevono quote differenti una volta usciti dai pistoni. Le valvole si allargano di 1mm e i corpi farfallati passano da 43 a 47mm, l’airbox cresce di 1litro. Il cambio sarà estraibile con un particolare sistema che non costringe a svuotare l’olio. Il valore di potenza dichiarato è di 200CV a 13.000 g/min, come il precedente, ma la coppia motrice passa da 113Nm dell’attuale ai 114,3Nm, spostandosi più in alto (da 8.700 a 11.500 g/min).
L’elettronica è dominante. Il sistema di gestione del motore ha tre mappature differenti: Full, Medium e Low che gestiscono la potenza fino a farla decrescere (nel caso della Low) del 53%. La mappa media invece varia la potenza erogata a seconda dell’apertura della farfalla e di quanto apriamo il gas. Il traction control made in Akashi si chiama S-KTRC ed è studiato per non invadere troppo la guida nell’uso in pista, un TC molto sportivo, insomma. L’ABS è altrettanto racing e lavora in contatto con la centralina per evitare gli alzamenti del posteriore in fase di staccata.
Il peso che dichiara Kawasaki è inferiore di 10kg rispetto al modello precedente, offrendo una moto più corta, più comoda e, sulla carta, più maneggevole, con ciclistica sopraffina e particolarmente racing. Il prezzo non dovrebbe spostarsi dai valori della concorrenza 15/16.000€ per un gioiellino tecnologico creato per sbancare il mondiale SBK. L’estetica si dimostra abbastanza radicale, ci sono commenti positivi e negativi ma nessuno mostra indifferenza. Un segno di forte carattere.
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