Amarcord: Suzuki RG 250 Gamma
Dopo aver recensito la potentissima racer replica Suzuki RG 500 Gamma, è ora la volta della sorella minore RG 250 Gamma, che in realtà nacque poco prima. Una pepatissima bicilindrica a due tempi che al suo debutto disponeva di 46 CV, seguita alcuni anni dopo dalla ancor più sportiva RGV 250.
Suzuki aveva già avuto a listino un modello siglato RG 250, risalente al 1978, conosciuta fuori dal Giappone con il nome di X-7, cui seguì poi l’anno successivo la RG250E, ma si trattava di una motoleggera senza troppe velleità sportive nonostante all’epoca il suo motore erogasse ben 30 CV. Niente a che vedere insomma con la sua erede siglata Gamma e presentata nel marzo del 1983, un anno prima della 500.
Al suo debutto fu caratterizzata da una linea molto squadrata e spigolosa e disponeva di una semicarenatura in colore bianco/blu, che divenne poi integrale, ma soprattutto di un motore bicilindrico da due tempi raffreddato a liquido da 249,25 cc con le classiche misure di alesaggio e corsa superquadre (56×50,6 mm) comuni a tante sportive 125 e 250, alimentato da due carburatori Mikuni VM 28 SS. La potenza sviluppata era di 46 CV (34,3 kW) a 8.500 giri, mentre la coppia era di 3,92 kgm (38,4 Nm) a 8.000 giri.
L’avviamento era rigorosamente solo a kick starter, il cambio a sei rapporti e il motore disponeva di una delle prime valvole lamellari allo scarico che di lì a poco con diversi nomi e configurazioni vennero montate su tante sportive a due tempi. Il telaio era un bitrave in alluminio, le sospensioni erano piuttosto raffinate per l’epoca con una forcella anti-dive all’avantreno e un più classico monoammortizzatore posteriore.
I cerchi, da 16 e 18”, montavano stretti pneumatici 100/90 e 100/80 e adottavano un disco da 260 mm davanti e uno da 210 mm dietro. Le misure vitali erano piuttosto compatte: 2.050 mm di lunghezza, 685 di larghezza, interasse di 1.385 mm, altezza sella di 785 mm e luce a terra di 155 mm. Il serbatoio infine aveva una capacità di 17 litri (1,2 litri quello dell’olio). Il peso era di soli 131 kg.
La prima seria era siglata Mk1 e venne prodotta fino al 1984. La serie Mk2 del 1985 portò come novità una carenatura integrale (sempre optional) con linee leggermente più morbide, un nuovo parafango anteriore, il doppio disco anteriore e un interasse accorciato di 25 mm (da 1385 a 1360).
La terza serie Mk 3 del 1986 introdusse la valvola AEC (Automatic Exhaust Control) allo scarico, che si apriva a circa 7.500 giri , incrementando così la potenza a 49 CV. Di questo modello venne approntata anche una versione “Walter Wolf“, dal nome del team canadese che correva in Formula 1, disponibile unicamente con carenatura integrale nera e rossa e codino dotato di guscio per il sellino passeggero, che non venne però mai importata in Italia. I tempi delle varie racer replica del Motomondiale dovevano ancora arrivare, con l’erede RGV nelle versioni Pepsi e Lucky Strike.
Ci fu anche una quarta serie, prodotta solo nel 1987 e unicamente per il mercato giapponese, che disponeva di dischi freno maggiorati, forcella con steli di diametro più ampio (da 36 a 38 mm) e anche pneumatici più larghi, a dire il vero già presenti sui modelli europei, che montavano un 110/80-16 davanti e un 120/80-17 dietro. La produzione della RG Gamma cessò alla fine del 1987 per lasciare spazio l’anno successivo proprio alla nuovissima RGV 250, della quale ci occuperemo a breve.