Valencia FP1-FP2, Marquez subito “lepre”. Le Yamaha inseguono. Otto piloti in un secondo!

Manca la musica di Ennio Morricone, mancano Clint Eastwood e Gian Maria Volontè del duello finale di “Per un pugno di dollari” ma da oggi in pista a Valencia si vive ugualmente il clima delle grandi sfide.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 8 nov 2013
Valencia FP1-FP2, Marquez subito “lepre”. Le Yamaha inseguono. Otto piloti in un secondo!


La prima giornata dell’ultimo round iridato 2013 si apre carica di incertezze e tensione, facendo presagire una battaglia e uno spettacolo da incorniciare, con i due massimi protagonisti di questa stagione e contendenti al titolo, Marc Marquez e Jorge Lorenzo, subito “tirati” anche se è il più giovane alfiere della Honda a svettare (1’31.220) e il maiorchino deve accontentarsi del terzo tempo (+0. 158) surclassato dall’altro hondista Pedrosa (+0.066).

Honda nel ruolo di lepre, a dimostrazione di una strategia d’attacco per tentare di smorzare le velleità dei piloti della Casa dei tre diapason, in primis quelle di Lorenzo. Seconda fila virtuale per Crutchlow (+0.282) scivolato nel finale, con Rossi quinto tempo (+0.419) – il campione pesarese anche nelle FP1 della mattina era quinto (dietro Smith) ma nelle FP2 riduce di tre decimi il suo gap – seguito da Bradl (+0.630).

Quindi Bautista, Smith, Dovizioso (+1.143) e Hayden che chiude la top ten (+1.143) davanti a Iannone (+1.376). Come si può ben vedere, otto piloti dentro il fazzoletto di un secondo, cinque piloti dentro il mezzo secondo: succede quando tutti vogliono dare il meglio di sé e anche quando il tracciato lo permette, con tempi sul giro molto “corti”, sull’uno e trenta.

Tornando ai due protagonisti più attesi, Marquez e Lorenzo, i due assi spagnoli non si sono risparmiati, per nulla infastiditi dal gran vento del pomeriggio, si sono impegnati non solo nella miglior messa a punto (specie Jorge, gran passo) per la gara cercando il miglior tempo, ma anche in un finissima schermaglia psicologica tesa a creare la maggior pressione all’avversario, per indurlo all’errore.

Visti poi i tempi finali e i visi – lungo e buio quello del maiorchino – pare proprio Marc, oggi, ad essere il più … tranquillo, anche se le sue continue serpentine in ogni curva possono dimostrare il contrario. Siamo dunque al redde rationem, chi sbaglia paga e si deve inchinare di fronte all’avversario, cui arriderà la corona di campione del Mondo della classe regina del motomondiale.

Per far suo il titolo e passare alla storia a Marquez basta arrivare quarto ma il rookie spagnolo non conosce la tabellina e già dalle prove di oggi fa capire a cosa punta: titolo con vittoria! Quanto meno titolo con podio!

Domani grandi qualifiche, niente è scontato. Tanto meno dopodomani, con corsa esplosiva.

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