Doriano Romboni non ce l'ha fatta, tragedia al Sic Supermoto Day
Doriano Romboni è rimasto vittima di un brutto incidente alla gara di Supermoto di Latina dedicata alla memoria di Marco Simoncelli e dopo essere stato trasportato in ospedale in condizioni critiche non è sopravvissuto all'operazione.
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Rombo non ce l’ha fatta: a poche ore dal ricovero in ospedale, giunge la notizia che il pilota ligure è morto in seguito ai traumi riportati nell’incidente alla prima giornata del Sic Supermoto Day 2013. Tragica ironia della sorte, morire alla gara di beneficenza istituita per un pilota caduto in pista. Eppure è andata così: Romboni, dopo l’impatto con Vizziello (incolpevole dell’accaduto) alla curva 7 del Sagittario in dinamiche molto simili a quelle in cui perse la vita proprio il Sic, è stato subito soccorso da Max Biaggi e altri piloti e sottoposto a vari tentativi di rianimazione direttamente in pista sia durante il trasporto in ospedale, dove, operato d’urgenza, ha lottato tra la vita e la morte. Purtroppo non c’è stato nulla da fare. Ora si attende un comunicato con bollettino medico ufficiale e nel frattempo, come ovvio che sia, tutte le attività sportive sono state sospese, ma in accordo con Paolo Simoncelli si celebrerà una cerimonia domattina in supporto alla famiglia di Romboni, padre di tre figli.
Nato a Lerici, in provincia di La Spezia, l’8 Dicembre 1968, Romboni ha debuttato nel Motomondiale nel 1989 in 125 con Honda, conquistando l’anno successivo le prime due vittorie nella ‘ottavo di litro’ e chiudendo 4° in Campionato prima del ‘salto’ in 250, dove sarebbe rimasto per 5 anni sempre con Honda. Nel suo periodo in 250, dopo un paio di annate di apprendistato, Romboni è stato spesso in lotta per posizioni di vertice della categoria, arrivando anche a contendere il titolo a Max Biaggi nell’epoca d’oro del romano con l’Aprilia ‘due e mezzo’. La prima delle sue quattro vittorie in questa classe risale al 1993, mentre il suo anno migliore è stato il 1994, quando ha chiuso 4° nel Mondiale salendo ben 8 volte sul podio.
Nel 1996 il salto in 500 con Aprilia, dove sarebbe rimasto anche l’anno successivo cogliendo un terzo posto ad Assen. Dopo un 1998 sotto tono con la poco convincente MUZ Weber (con Luca Cadalora come compagno di squadra) l’approdo in SBK con Ducati, dove però non ebbe molta fortuna.
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Gravissimo incidente per Romboni al Sic Supermoto Day 2013
Terribile notizia dalla prima giornata della gara di Supermoto di Latina dedicata alla memoria di Marco Simoncelli: Doriano Romboni è rimasto vittima di un brutto incidente e versa in condizioni critiche.
Una bruttissima notizia dall’impianto Sagittario di Latina, sede della seconda edizione del Sic Supermoto Day: Doriano Romboni, indimenticato ex-pilota del Motomondiale e della Superbike ed oggi Direttore Sportivo del team Puccetti Racing Kawasaki, è rimasto vittima di un terribile incidente nel corso della seconda sessione di qualifiche del trofeo di supermoto a favore della Fondazione Marco Simoncelli, e sarebbe al momento intubato ed in condizioni gravissime.
Secondo le prime, frammentarie notizie, Romboni, oggi 44enne, avrebbe perso il controllo della moto cadendo in uscita di una curva e sarebbe rimasto ‘agganciato’ al mezzo dopo un primo tentativo di controllarlo, attraversando una via di fuga e rientrando in un altro tratto di pista ma in senso paraticamente opposto, venendo poi travolto da un altro pilota (Vizziello) e innescando una piccola carambola con altri concorrenti, nessuno dei quali avrebbe riportato grosse conseguenze.
Alcuni dei piloti in pista al momento, tra cui Max Biaggi e Guido Meda, si sarebbero accorti immediatamente della gravità della situazione fermandosi in prossimità del corpo, immobile, di Romboni. Da lì l’intervento immediato di una prima ambulanza e del relativo personale, poi raggiunti da una seconda ambulanza dopo pochi minuti.
L’elicottero è intervenuto rapidamente, ma anche dopo il suo arrivo il personale medico presente al ‘Sagittario’ ha comunque continuato per diversi minuti i tentativi di rianimazione in pista, stabilizzando per quanto possibile le sue condizioni prima di acconsentire al trasporto presso l’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
Romboni sarebbe al momento in coma indotto ed in pericolo di vita, ma siamo in attesa di ulteriori aggiornamenti sulle sue condizioni. Ovviamente, tutte le attività in programma per la manifestazione sono state sospese. Federico Capogna, portavoce dell’organizzazione, ha dichiarato che Romboni “è in ospedale in condizioni serie”.
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Doriano: un re senza corona e il suo destino beffardo, che ebbe inizio con un’incidente assurdo ad Assen nel lontano 1993
Una carriera difficile e ricca di ostacoli quella del giovane spezzino Doriano Romboni, vero astro nascente del motorismo italiano, generosissimo e coraggioso, uno dei tanti che seminava manciate di gas per poi raccogliere meno di quanto meritava. “Rombo” nei primi anni ’90 faceva parte di quel trio di frecce tricolori composto da Biaggi, Romboni e Capirossi che imperversavano sul Motomondiale fagocitando care e campionati e ripercorrendo l’egemonia italiana in 250 già consacrata da Luca Cadalora e da molti altri prima di lui (come Villa, Uncini, Mario Lega e altri).
Quarto nel mondiale 125 nel 1990, nel 1991 passa in 250 per iniziare un nuovo apprendistato con una moto più potente e veloce. Doriano correva con il team Honda privato con i colori HB e capitanato dal mitico Tony Merendino.
Ma c’è un fatto che vogliamo ricordare e che segnò fortemente la carriera di Doriano in un periodo in cui molto spesso appariva come il più veloce dei tra italiani in sella alle Honda Kit semi ufficiali (tutti e tre in predicato di conquistare una moto ufficiale per ’94). Ma quell’anno Doriano è più rapido dei suoi connazionali nel concretizzare le sue aspirazioni mondiali, aspirazione che sembrano volgere a favore del talento spezzino nel mondiale 250 del 1993. Doriano è
in testa al mondiale dove combatte con Capirossi e Harada, ma durante il secondo giro del G.P. d’ Olanda classe 250, cade riportando la frattura della tibia e del perone destro. Per lui quel giorno arriva l’addio al sogno mondiale che lo vedeva in lotta con il giapponese Harada (Yamaha).
L’incidente è terribile e avviene nelle curve più veloci di Assen, quì Romboni ha perso il controllo in frenata, prima di affrontare una curva sulla destra, e va a colpire le balle di paglia dopo pochi metri di prato. Le ferite vengono prontamente curate dal dottor Costa, che ricompone anche le fratture, ma da li inpoi la sua gamba non tornerà mai più a posto.
Purtroppo l’incidente di Doriano non fu dovuto alla sua imperizia, ma bensì ad uno strano scherzo del destino, perché la vera causa sua caduta va ricollegata ad un contatto avvenuto qualche curva prima tra lui e Biaggi. In quel momento Capirossi era in testa ma frena un pò in anticipo e poi bruscamente alla staccata veloce dopo il rettilineo principale. Biaggi che lo segue da vicino non si aspetta questa frenata ma si “attacca ai freni” anche lui, Romboni che a sua volte segue Biaggi tenta di rallentare, ma si tocca con Biaggi, risultato a Biaggi si piega uno spillo della marmitta e deve ritirarsi, Romboni continua con una carenatura un pò ammaccata ma dopo poche curve è in terra anche lui.
Questi sono anni difficili per i Team privati e poi Romboni cade spesso (soprattutto in prova), motivo per cui il suo team decide di realizzare in proprio una carenatura più resistente per lui, una carenatura artigianale sostitutiva della costosissima e fragilissima carenatura originale fornita dalla Honda.
I supporti di fissaggio sono però quelli originali, accade così che nel contatto con Biaggi la carenatura resiste, mentre a piegarsi sono le staffe di supporto della carena al telaio. Una volta alla variante veloce la moto di Doriano denuncia un piccolo sbacchettamento, ma la carenata ora più vicina a manubrio fa si che questo si incastri nel contatto con la stessa bloccandosi e lanciando in aria il pilota spezzino. Quell’anno Doriano sembrava il più in forma e per quello insieme al titolo poteva ambire anche ad un posto nel team ufficiale Honda che avrebbe scelto un solo italiano tra i tre giovani promettenti. Non a caso in quel momento Doriano era in testa al mondiale grazie a ben due vittorie consecutive ottenute nelle due gare precedenti ad Assen. In quella domenica di giugno non si spezzano solo la tibia e il perone di Doriano, ma si spezza anche la sua carriera fatta di difficoltà, sacrifici, speranze e di un indiscusso talento motociclistico.
Doriano dopo lo zero di Assen salterà altre tre gare, nell’attesa di recuperare la mobilità alla gamba, dopo il suo rientro (in anticipo e non ancora guarito completamente) otterrà ancora un quarto ed un secondo posto ma nella classifica mondiale scende fino al quinto posto, mentre il mondiale va ad Harada e la Honda ufficiale a Capirossi. Nel ’94 si trova a lottare con una Honda ancora semi privata contro le Honda e le Aprilia ufficiali, finirà l’anno al quarto posto ottenendo una sola vittoria e otto podi, ma la gamba gli crea ancora qualche problema e corre spesso oltre i limiti della sua moto.
Nel ’95 non partecipa a tutte le gare del mondiale e accusa anche molti ritiri ancora con una moto privata contro le ufficiali sempre più competivie. Nel ’96 accetta la sfida della Aprilia con la RSV 400, che scende in pista contro le potentissime 500 quattro cilindri ma la sua carriera non appare più in ascesa e anche le motivazioni sembrano scemare. Nel ’97 corre in 500 con una artigiale Muz Weber, mentre dal ’98 passa in Superbike dove porterà a termine solo poche gare lontano dai primi posti della classifica. Doriano lascia di se il ricordo di un pilota velocissimo, competitivo e dal talento cristallino, da sempre in debito con la buona sorte, un debito incolmabile e ormai destinato a rimanere tale dopo il brutto incidente di oggi a Latina. Buon viaggio Doriano ci mancherai. (L.B.)
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