Rossi-Ducati, vernissage di Madonna di Campiglio: non solo gossip

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 7 gen 2011
Rossi-Ducati, vernissage di Madonna di Campiglio: non solo gossip


La MotoGP è dominata dalla legge dello sport/spettacolo dove il risultato in pista non è solo l’unico parametro e va costruito ben prima del week end del Gran Premio. Il “tabaccaio” per eccellenza, (cui, al di là di logiche sempre discutibili, anche il motociclismo deve molto) conosce bene il valore dello show e usa il dosaggio della comunicazione per fare business.

Così ripropone a Madonna di Campiglio, dal 10 al 15 gennaio, una ouverture accattivante non solo per i tifosi delle “rosse” sia delle quattro ruote che delle due. Si può ovviamente anche dissentire dalla “parade”, ma non si può non riconoscere che la rossa Ferrari e la rossa Ducati non rappresentino lo “zoccolo duro” degli aficionados del motorismo nazionale e internazionale.

Per il motociclismo, poi, l’inedito binomio tutto italiano Rossi-Ducati è l’occasione straordinaria per far convergere i riflettori dei media mondiali, ben al di là del perimetro della MotoGP. Qui si va (o si deve andare) oltre gli steccati delle tifoserie. Per carità: nessun cedimento nazionalistico, ma neppure cesoie moralistiche di fronte a un evento che porta una forte boccata d’aria nuova.

Il binomio Valentino-Ducati è un valore che porta linfa (nel senso di nuovi motivi di interesse – e di polemiche, ben vengano! – e nuove schiere di appassionati alle corse) che non può che far bene alle corse e al motociclismo tutto.

Chi scrive queste note ha mosso anche severe critiche alla Casa di Borgo Panigale per come ha impostato e gestito il cambio Stoner-Rossi e non ha mai lesinato anche critiche alla gestione del mondiale da parte della Dorna. Ma indietro non si torna, si deve migliorare (molto) ciò che c’è e non ripetere errori quali ad esempio il puntare tutto su un unico pilota/star o come l’abolizione della 250 con il varo della Moto 2 ecc.

La logica del tornare ai (pochi) appassionati “bravi e puri” è sempre perdente, oltre che sbagliata. Senza sport/spettacolo non c’è un motociclismo migliore e più “pulito” ma corse più “povere” e meno seguite. Ci vuole però equilibrio: il grande sport non può vivere di gossip: farne indigestione, specie con l’ausilio della Tv, può essere fatale.

Ben venga da Madonna di Campiglio un segnale di ottimismo. Ma bisogna stare con i piedi per terra: per la crisi economica che morde ancora forte e impone al motomondiale la giusta misura e per una MotoGP che non può dimenticare le sue difficoltà e lacune e non può vivere di solo Rossi-Ducati.

Il motociclismo deve sempre sapere trovare nuovi motivi di interesse agonistico e tecnico e di coinvolgimento più ampio possibile. Se questo è l’intendimento della Ducati (e di Valentino) ben vengano. Poi, come sempre, sarà la pista a decretare l’unica verità, che nel motociclismo è legata a chi passa per primo sotto la bandiera a scacchi.

In questo senso, il 2011 si apre come un anno “unico”, con addirittura due binomi tutti italiani: nella MotoGP con Rossi e la Ducati alla caccia del titolo e nella WSBK con Biaggi e Aprilia a difendere un iride prestigioso già conquistato.

A Modonna di Campiglio, in anteprima, si aprono le danze. Non è vero che è solo spolvero, non è vero che non conta niente. Il fatto che se ne parli e che se ne parlerà tanto, aiuta. Tutti. Va accettato e apprezzato. Per quello che è.

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