Amarcord: il Team Elf e le sue moto da GP

Di L. Lallai
Pubblicato il 19 gen 2011
Amarcord: il Team Elf e le sue moto da GP


Correva l’anno 1977: mentre nei cieli sfrecciava l’SR-71 Blackbird, simbolo della Guerra Fredda, il mondo dei motori era in fase di transizione, con il mercato motociclistico europeo che affondava sempre più, sotto i colpi della corazzata giapponese e dei suoi standard produttivi mai visti prima. Nel frattempo in Francia qualcosa si muoveva, era pronta a nascere una delle più oltraggiose moto da competizione della storia.

Il colosso petrolifero Elf metteva a punto una macchina da competizione a due ruote che sembrava arrivare direttamente dal futuro. Si chiamava Elf X, ed era il primo esperimento di 500 dal GP del Team Elf , che nei seguenti anni, fino alle soglie del nuovo millennio, avrebbe infoltito la griglia del Motomondiale con uno dei progetti più tecnologici mai entrati nelle competizioni.

Elf ha creduto fin da subito nel concetto del monobraccio, montandolo sia anteriormente che posteriormente dal primo prototipo. Telai avveniristici e collettori dal passaggio alto (sotto il serbatoio) facevano sembrare la moto un esperimento di retroingegneria aliena, in qualche modo accostabile al concetto stealth dell’aereo spia americano sopra citato.

Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500

Dopo la X, i progetti Elf motorizzati Honda continuarono il percorso all’interno della classe 500 con numerose evoluzioni in ordine numerico crescente, fino all’ultima versione Elf 5 del 1988. Il vero problema delle avveniristiche creature francesi risiedeva nella scarsa competitività, difatti i risultati erano inversamente proporzionali alla raffinata tecnologia, portando il Team Elf al ritiro con l’inizio dei ’90, a causa del debito accumulato con Honda che ha sempre supportato il progetto.

I 13 brevetti riguardanti le sospensioni sono stati ceduti alla casa giapponese (guarda caso, negli anni subito seguenti è saltata fuori la RC30, prima Superbike dotata di monobraccio posteriore), e l’ultima avventura nella massima categoria è legata a Ron Haslam, che ha accompagnato quella moto bassa, lunga e nera nelle ultime tre stagioni, raccogliendo risultati in linea con il passato, decisamente scarsi.

Nel 1996 la Elf ha riportato il suo marchio nel Motomondiale, con il progetto Elf 500 ROC, dotata di motore V4 Swissauto e un telaio sviluppato dalla ROC, questa volta dotato di ciclistica tradizionale. I risultati sono stati nuovamente scarsi, e il progetto si resse in piedi fino alla cessione del team, che prese il nome di Team MuZ (storica casa motociclistica della Germania dell’Est) portando nel motomondiale quel pazzo scatenato di Anthony Gobert, sotto la direzione di un tale Eskil Suter.

La storia e il cuore dei motociclisti, però, rimarranno legati per sempre a quelle strane creature nere che poco venivano inquadrate dalle emittenti televisive, ma nel paddock e fra gli spalti calamitavano gli sguardi. La Elf è stata pioniera di un concetto tecnico poi esplorato da molti e ora esaltato come uno dei più raffinati ed affascinanti schemi sospensivi dedicati alle due ruote.

Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500
Elf Honda 500

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