Suzuki GSX-R 750: una moto trasversale, nel segno della tradizione

Di L. Lallai
Pubblicato il 3 feb 2011
Suzuki GSX-R 750: una moto trasversale, nel segno della tradizione


750 centimetri cubi: un valore che per i motociclisti rappresenta un’epoca gloriosa fatta di supersportive a 4 cilindri cominciata a metà degli anni ’80 e finita a metà dei ’00, con una eccezione. La categoria delle settemmezzo è nata ad Hamamatsu, nel 1985, con il primo modello di Suzuki GSX-R 750, che si impose come più performante sportiva della sua generazione e capostipite di una famiglia di moto giapponesi da strada e pista che nessuno potrà mai dimenticare. La tradizione continua.

Perchè continuare? Suzuki risponde così: “la 750 rappresenta l’origine della gamma GSX-R ed è la cilindrata ideale per un uso trasversale inquanto la potenza del motore e il peso del mezzo si compensano in modo ottimale. Suzuki è certa che tutti i suoi Clienti apprezzeranno tali vantaggi, non solo nei circuiti di gara ma anche sulle strade.”

In effetti, le caratteristiche della nuova Gixxer sembrano spingere l’utilizzo verso un più ampio raggio, rendendola una delle sportive più sfruttabili su strada, anche nella versione 600 (che abbiamo provato qui), che condivide con la sorella maggiore le quote ciclistiche, la componentistica e il look. Rispetto alla versione Precedente, tra l’altro, l’evoluzione è sostanziale, e nonostante l’estetica non si discosti di tanto, è stata completamente riprogettata a partire dal telaio che ha consentito un riposizionamento del motore, ora ruotato all’indietro di 3°.

Suzuki GSX-R 750 2011
Suzuki GSX-R 750 2011
Suzuki GSX-R 750 2011
Suzuki GSX-R 750 2011
Suzuki GSX-R 750 2011
Suzuki GSX-R 750 2011
Suzuki GSX-R 750 2011
Suzuki GSX-R 750 2011
Suzuki GSX-R 750 2011

La struttura a doppio trave in lega dall’alluminio si distingue per essere più corta e leggera con un interasse di 15mm più corto rispetto alla precedente versione. Alle classiche travi che passano superiormente, si aggiungono due ampie bretelle che abbracciano il monoblocco e irrigidiscono la struttura. Anche le sospensioni sono inedite, con la forcella anteriore Showa Big Piston Fork (BPF) che garantisce prestazioni superiori assicurando stabilità in ogni condizione d’uso e staccate al limite in piena sicurezza. Ormai immancabile l’ammortizzatore di sterzo a controllo elettronico.

E’ tutto nuovo anche il forcellone, con i leveraggi dell’ ammortizzatore (lo stesso della versione 2010) in alluminio estruso, mentre la struttura dei due bracci è passata da pressofusione e scatolato all’attuale scatolato saldato. Il peso è diminuito di circa 900 grammi, mentre la rigidità ulteriormente migliorata e il peso ridotto garantiscono prestazioni superiori in curva e maggiore stabilità in rettilineo.

Per la prima volta su una GSX-R di serie vediamo le nuove e leggere pinze Brembo monoblocco a 4 pistoncini. Il diametro dei pistoncini è passato da 32-
30 mm a 32-32 mm. I bulloni di montaggio sono vuoti all’interno per un ulteriore riduzione del peso e la pinza è 405 grammi più leggera nel suo insieme rispetto al modello precedente. La pinza posteriore, al contrario, è della Nissin, ma anche lei di nuova concezione e 262g più leggera della precedente.

Il motore è ora più leggero, e sono migliorate le prestazioni benchè i valori di coppia e potenza rimangono invariati. 86,3Nm a 11.200 g/min per 147CV a 13.200 g/min. La curva di coppia, però, si sviluppa con un andamento più regolare e una schiena più corposa, quasi invariata quella della potenza, che regolarizza semplicmente l’erogazione nei leggeri buchi della versione 2010. Come già detto il motore è stato ruotato di 3° attorno all’albero motore, per bilanciare meglio i pesi e ridurre gli spazi.

L’elettronica si avvale ora del sistema S-DMS che consente al pilota di selezionare la modalità di guida che preferisce nelle diverse situazioni. L’ultima versione offre una selezione di 2 mappature che privilegiano le prestazioni e la facilità d’uso. L’interruttore del sistema S-DMS è stato spostato sul semimanubrio sinistro per un uso più agevole. La Mappatura A: offre prestazioni al massimo della potenza, mentre la B fornisce una risposta del gas più moderata, consente una guida più semplice nelle strade di città, turismo leggero, con pneumatici nuovi, in condizioni di pioggia, ecc.

L’estetica? questo è forse il punto più delicato da trattare, perchè ha diviso le opinioni. La linea generale ricalca il family feeling tipico dei Gixxer, con una sezione anteriore più corta e un posteriore più striminzito. Il Faro anteriore semplifica le linee offrendo un proiettore dallo sviluppo verticale, in sostituzione all’arzigogolato faro 2010 orizzontale. Secondo Suzuki, è stato ampliato il raggio d’illuminazione e sistemate meglio le prese d’aria, ma hanno dovuto sacrificare un po’ di originalità, facendo sembrare il nuovo anteriore quello di una 750 di 10 anni fa.

Oltre alla gallery, vi lasciamo anche con un video on-board della GSX-R 750 fatto dai colleghi di Nieuwsmotor.nl

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