Valentino Rossi "bla bla", ingenue guasconate o perfide stilettate?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 11 mar 2011
Valentino Rossi

Come chiunque in Italia, Valentino Rossi può dire ciò che vuole. E quel che il 9 volte campione del Mondo ha detto in tv allo show di Chiambretti su Canale 5 (stando alle recensioni riportate dalla stampa ed in onda oggi in seconda serata) è tutto legittimo. Come legittimi sono i commenti, pro e contro, a quelle dichiarazioni. Ci mancherebbe che Rossi non possa esprimersi sui suoi avversari (Lorenzo: è forte, non dico sia intelligente, diciamo che è furbo”; Stoner: quest’anno è il favorito, do 10 in velocità e talento. E’ un matto che spesso ripete gli stessi errori”; Biaggi: saper perdere è una delle cose più difficili e Biaggi in questo non è stato molto bravo”) e sulla WSBK (“E’ un po’ la Serie B della MotoGP”).

Siccome il “Dottore”, oltre che fuoriclasse in moto, è persona intelligente e avveduta, sa bene che “a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Nel senso che se uno lancia un sasso contro altri, poi (forse) lo riceve indietro. In questo caso, di sassi acuminati ne sono stati lanciati parecchi e le risposte non mancheranno. Rossi è schietto ed esuberante, senza peli sulla lingua e senza tabù, per questo piace ed è ammirevole, anche se non sempre convincente. A volte si potrebbe pensare che è uno che se le cerca. Ma è personaggio tutt’altro che ingenuo: “filtra” e orienta il proprio pensiero e dà enfasi a ciò che dice avendo chiari gli obiettivi.

Il campione di Tavullia non “spara” a caso: sempre ha misurato le parole, spesso veri e propri dardi avvelenati, non per cazzeggiare, ma in funzione di creare consenso per se stesso e alimentare pressione psicologica verso i propri avversari. Tutto legittimo. Gli ultimi “complimenti” a Stoner, Lorenzo, Biaggi rientrano in questa logica scientifica del “deterrente”, del mettere disagio, del bacchettare gli altri, dall’alto di una superiorità che quando non può essere confermata dalla pista va affermata con le parole.

Sulla SBK Rossi ha toppato, uno sfregio alla Ducati che tanto ha dato e tanto ha avuto da questo campionato delle derivate di serie. Il concetto della serie “B”, non come riconoscimento di categoria “diversa”, utile per la “formazione” di piloti e forte veicolo di promozione commerciale per le Case ma declassata a categoria “minore”, quasi di … sfigati.

Parole che si aggiungono al giudizio di chi identifica il motociclismo nella sola MotoGP, con la SBK che deve restare ai margini, non deve raccogliere neppure un raggio della luce irradiata dalla MotoGP, neppure un soldo dai grandi sponsor, neppure un telespettatore dal gran giro dell’audience televisiva, neppure un pilota dalla categoria regina (e quando il passaggio avviene, quel pilota viene bollato come “stracotto”, da rottamare).

Ne deriva, appunto, l’etichettatura della serie “B”, che serve a sminuire, a “svilire”, a togliere peso a un campionato dove, guarda caso, oggi sono protagonisti due “nemici” giurati del pesarese, come Biaggi e Melandri.

E non c’è contraddizione nell’ annuncio: “Chiuderò lì la mia carriera”. Rossi non andrà mai in SBK, l’annuncio sul futuro lontano sa di depistaggio, facendo intendere la SBK di oggi come cimitero degli elefanti, con quel che segue. Ciò detto, perché Valentino dedica poche e piatte battute all’attualità, a una stagione che parte fra pochi giorni dove il pilota italiano (Rossi) e la moto italiana (Ducati) sono attesi a una vera e propria prova del fuoco?

O Rossi è molto fiducioso, certo che a Borgo Panigale il lavoro di queste ultime settimane ha risolto i problemi emersi nei test ufficiali, quindi sa che può lottare da subito per la vittoria. O Rossi è molto sfiduciato, certo che a Borgo Panigale il gap non è stato recuperato, quindi sa che la sfida è persa in partenza e che non gli resta che confidare (almeno per ora) nella dea bendata.

L’impressione è che Rossi non esprime quella “concentrazione vincente” delle vigilie agonistiche dei bei tempi andati. Troppo sicuro o troppo insicuro? Presto si passerà dai piumati salotti televisivi al rovente asfalto di Losail, quindi dalle parole ai fatti. E Rossi, si sa, ha il carniere piene di parole, ma anche di fatti.

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