MotoGP: il debrief tecnico del team Honda Gresini dopo il test di Sepang

La squadra italiana condivide le proprie considerazioni sulle Honda RC213V e RCV1000R 2014 dopo la prima uscita stagionale: la parola ai responsabili Jimenez e Gubellini.

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 12 feb 2014
MotoGP: il debrief tecnico del team Honda Gresini dopo il test di Sepang


La prima uscita stagionale del team Go&Fun Honda Gresini nel test ufficiale IRTA di Sepang (4-6 Febbraio) non è probabilmente andata come la squadra italiana avrebbe auspicato alla vigilia. I risultati dei primi test dell’anno vanno sempre presi con le pinze, questo è normale, ma i riscontri cronometrici dei piloti del team nell’arco dei tre giorni, soprattutto se rapportati con quelli degli avversari diretti, suonano come un primo piccolo campanello d’allarme.

Alvaro Bautista ha lavorato principalmente sulle sospensioni Showa, con l’obiettivo di adattare il set-up della Honda RC213V 2014 alla nuova gomma posteriore Bridgestone, ed ha chiuso la tre giorni malese con un miglior crono personale di 2:00.788, abbastanza per aggiudicarsi l’ultimo posto della Top 10. Lo spagnolo ha incassato 1″2 dal nuovo record della pista di Marquez (Honda Repsol), quasi 8 decimi alla FTR-Yamaha ‘Open’ di Aleix Espargarò (NGM Forward Racing), 676 millesimi dall’altra RCV ‘clienti’ di Stefan Bradl (LCR Honda) e si è ritrovato dietro anche alla Ducati Desmosedici del team Pramac di Andrea Iannone.

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In un Tweet rilasciato al termine della tre giorni di Sepang, Alvaro Bautista ha giustamente invitato i suoi followers a non trarre conclusioni affrettate:

“Terminato il primo test MotoGP: molto lavoro da fare per migliorare le mie sensazioni … ma abbiamo tempo, non preoccupatevi.”

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E questa sua opinione è condivisa anche dal suo capomeccanico, Antonio Jimenez, che a qualche giorno di distanza, nell’analisi del lavoro fatto in Malesia, si è dichiarato soddisfatto dei progressi con la RC213V 2014 ma non del tempo sul giro:

“Nel primo giorno di test, dopo aver preso confidenza con la nuova RC213V, abbiamo iniziato a lavorare sul set-up delle sospensioni Showa, partendo dalla buona base raggiunta alla fine della scorsa stagione. Nel secondo giorno la situazione si è complicata perché abbiamo iniziato ad utilizzare la nuova gomma posteriore Bridgestone per la stagione 2014, alquanto differente da quella in uso nel 2013: presenta infatti una struttura più rigida, pensata per resistere maggiormente alle forti sollecitazioni di una MotoGP anche in condizioni di temperature elevate.”

“Purtroppo in questo primo test dell’anno avevamo a disposizione, come tutti gli altri piloti, soltanto 3 nuovi pneumatici: siamo dovuti ripartire da zero alla ricerca del miglior setting per sfruttare al meglio il potenziale di queste gomme e a noi questo importante lavoro richiede un certo tempo in assenza di altri riferimenti, essendo gli unici ad utilizzare sospensioni Showa. Fortunatamente, già nei prossimi test in programma a Sepang avremo a disposizione soltanto le gomme 2014, per cui ci concentreremo su questo aspetto e sono convinto che potremo fare un buon lavoro.”

“Nell’arco di questi test abbiamo assistito a tempi sul giro molto buoni, ottenuti al mattino quando la pista era nelle migliori condizioni; noi in questo caso non siamo stati velocissimi, ma siamo soddisfatti del lavoro svolto: Alvaro è infatti stato veloce con la gomma molto usata e ciò è importante in ottica gara. Ovviamente dovremo migliorare sul giro secco per la qualifica, ma abbiamo tempo per farlo”.

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Senza girarci troppo attorno, la RCV1000R, l’attesa ‘Production Racer’ di casa Honda, ha un pò deluso le attese nel test di Sepang. Uscita con le ossa rotte dal confronto con la velocissima FTR-Honda di Aleix Espargarò, la Honda ‘Open’ è apparsa piuttosto indietro per tutti i tre giorni di test: Nicky Hayden (Drive M7 Aspar) è stato sempre il migliore dei suoi piloti, incassando 3 secondi abbondanti da Marquez nel Day-1, 2″3 nel Day-2 e scendendo infine a +1.981 nel Day-3, rifilando comunque quasi un secondo al compagno di box Hiroshi Aoyama.

Scott Redding, il 21enne talento inglese arrivato quest’inverno a cui il team ha affidato la sua RCV1000R, ha chiuso la ‘tre-giorni’ al 21° posto assoluto, a 3″3 dal miglior crono di Marquez e a circa 1″3 da Hayden. Considerando che questa era la seconda volta che il giovane britannico saliva sulla moto – e che nella prima, il test post-gara di Valencia, risentiva ancora dell’incidente al polso che gli è costato il titolo della Moto2 – si può considerare un risultato relativamente positivo.

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A fine test si era infatti dichiarato soddisfatto anche lo stesso Scott Redding, che dal Day-1 al Day-3 ha abbassato il suo best lap di circa 2″2:

“Terzo giorno di test, e sono soddisfatto ad essere sincero. Ancora 4 decimi più veloce, e continuo a imparare tutto il tempo. Devo solo migliorare ancora la prossima volta…”

Diego Gubellini, capotecnico dell’inglese, ha condiviso la sua lettura degli esiti di Sepang e del lavoro di sviluppo portato avanti con la Honda RCV1000R:

“A Sepang siamo partiti praticamente da zero, dato che a Valencia non avevamo potuto fare nulla per via delle condizioni fisiche di Scott. Partendo dal setting di base, quello con cui la moto ci è stata fornita dalla HRC, abbiamo cercato sostanzialmente di adattarlo alle esigenze di Redding; in particolare, siamo andati alla ricerca di un maggiore feeling con la ruota anteriore, dato che Scott guida facendo molto affidamento su di essa. Non è stato semplice perché ad ogni ‘run’ Scott imparava qualcosa in più, e di conseguenza cambiava anche il suo stile di guida; è perciò capitato di dover tornare sui nostri passi e cambiare direzione. Tutto ciò è comunque normale per un pilota alla prima presa di contatto con una nuova categoria.”

“Sul fronte dell’elettronica siamo abbastanza soddisfatti del lavoro svolto da Magneti Marelli per il software destinato alle moto Open: il sistema è stabile e funziona bene, soprattutto per quanto riguarda freno motore e anti impennamento, mentre il traction control rappresenta forse ancora un punto debole, risultando un po’ limitato. Ciò significa che per il momento va accettato un compromesso, con il sistema che funziona bene in certe parti del tracciato, in altre meno”.

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