MotoGP, HRC conferma: "Con il software unico, Honda fuori dal Mondiale"
Shuhei Nakamoto torna a parlare del nodo dell'elettronica unica per la Premier Class, ma senza arretrare di un passo: "E la centralina Magneti Marelli costa pure il 50% in più della nostra..."
Che Honda Racing Corporation (HRC) non veda affatto di buon occhio l’avvento di un pacchetto elettronico unico per la MotoGP è cosa ormai risaputa, e nel corso degli ultimi mesi non sono certo mancate le esternazioni da parte di vari personaggi legati al team che hanno ribadito la ferma opposizione del colosso giapponese a questa ipotesi. Tra questi figura anche il vice Presidente di HRC, Shuhei Nakamoto, che in più di un’occasione è arrivato a paventare l’extrema ratio di un ritiro della casa giapponese dal Motomondiale nel caso tale norma dovesse passare, ma sono in tanti ad aver liquidato questa minaccia da parte di Honda come un semplice bluff.
In passato il numero 1 di Dorna Carmelo Ezpeleta non ha fatto mistero di puntare a una significativa ‘limitazione’ dell’impatto dell’elettronica sulla MotoGP, e questo per centrare principalmente un duplice obiettivo: il contenimento dei costi e il ‘livellamento’ delle prestazioni delle moto, per impedire che le scuderie ‘factory’ facciano totale piazza pulita degli allori disponibili grazie a reparti R&D più avanzati e a maggiori risorse. Un primo passo in questo senso si avrà già quest’anno con l’introduzione della centralina unica per tutti, realizzata da Magneti Marelli per Dorna e obbligatoria per tutte le moto in griglia. Anche se l’hardware sarà lo stesso per tutti, le moto ‘Factory’ potranno comunque utilizzare un software sviluppato dalla casa madre, mentre tutti gli altri – cioè le moto della nuova sub-classe ‘Open’ – ne utilizzeranno uno ‘unico’ fornito sempre da Dorna.
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Con i dovuti ‘distinguo’, l’operazione ricalca quanto sta facendo Dorna nel Mondiale SBK, dove quest’anno è stata introdotta la classe EVO che dal 2015 sarà l’unico formato ammesso per il Mondiale, ma da Honda è appena arrivato l’ennesimo ‘altolà’ ad una possibile evoluzione della MotoGP in questa direzione. In alcune dichiarazioni rilasciate durante il recente test della MotoGP a Sepang e raccolte da Crash.net, Nakamoto ha ribadito che la minaccia di piantare in asso la MotoGP nel caso che a Honda fosse impedito di sviluppare il proprio software è tutt’altro che un bluff, andando nel dettaglio delle motivazioni che potrebbero portare a un tale, clamoroso addio:
“Una MotoGP composta solo da moto ‘Open’? Questa è l’idea di Carmelo [Ezpeleta], ma la posizione della Honda è chiara: Honda è qui perché siamo interessati a sviluppare la moto. Se qui non possiamo farlo, perdiamo la nostra motivazione per continuare a correre. Questa è l’opinione del Consiglio di Amministrazione della Honda, mica la mia. Se tutti i regolamenti diranno “Non è possibile sviluppare software, è già tutto predefinito”, Honda smetterà di correre immediatamente.”
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Quest’anno in MotoGP sono state introdotte altre regole mirate alla limitazione delle prestazioni delle moto ‘Factory’, come ad esempio l’abbassamento a 5 del numero dei motori disponibili ogni anno per pilota e la riduzione della capacità del serbatoio da 21 a 20 litri. Nakamoto ha spiegato perché queste regole, agli occhi di Honda, sono del tutto diverse rispetto a quella di una possibile ECU unica:
“Anni fa, i progettisti dei motori da corsa si concentravano puramente sul costruire un bel motore potente, mentre oggi gli ingegneri devono mantenere alte le prestazioni assicurando anche una lunga durata. Abbiamo trovato alcune tecnologie e materiali tecnicamente interessanti per questo motivo, e si tratta di un qualcosa sicuramente molto utile per il futuro. Scopriremo qualcos’altro grazie al cambio del serbatoio di quest’anno, che passa da 21 a 20 litri. Con 24 litri [il limite della classe ‘Open’] non possiamo trovare nulla, ma con 20 litri, cinque motori e [lo sviluppo del] software … sono tutti settori importanti per le moto del futuro.”
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Dal canto suo, Yamaha su questo punto sarebbe piuttosto in sintonia Honda (minaccia di andarsene esclusa), mentre Ducati, come noto, starebbe valutando se modificare lo status delle proprie moto da ‘Factory’ a ‘Open’ allo scopo di evitare il blocco regolamentare allo sviluppo del motore, altra nuova restrizione introdotta con il 2014. Secondo questa norma, tutti e cinque i motori utilizzati da ciascun pilota ‘Factory’ durante la stagione dovranno essere di una specifica identica, ma secondo Nakamoto neppure questa regola sarebbe in contraddizione con le posizioni Honda:
“Possiamo comunque continuare a sviluppare il motore per l’anno prossimo.”
In merito invece all’introduzione della centralina Magneti Marelli unica per tutti, moto ‘Factory’ incluse, Nakamoto non ha negato di aver avuto diverse perplessità, soprattutto quando si è trattato di ‘travasare’ il software Honda nella nuova ECU:
“E’ come passare da Mac a Windows. Siamo passati dalla ECU Honda a quella Magneti Marelli, e il costo totale è stato enorme. Abbiamo anche dovuto comprare il sistema di analisi dei dati da Magneti Marelli, il cui prezzo è incredibile. La centralina Honda dell’anno scorso era più piccola, più economica e aveva più capacità! L’hardware di Magneti Marelli costa il 50% in più rispetto a quello di Honda. E’ molto costoso: hardware, analisi dei dati, software… è incredibile!”
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