Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa, attenti a quei due!

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 4 apr 2011
Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa, attenti a quei due!


Due gare su diciotto tappe iridate sono poche per tracciare il solco, ma indubbiamente è significativo che a guidare la classifica provvisoria ci siano due piloti spagnoli dal calibro di Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa. Il pilota della Yamaha, 24enne di Palma di Majorca, tre mondiali vinti – campione del mondo in carica della MotoGP – e con i gradi di capitano conquistati sul campo, ha centrato ieri a Jerez la sua prima vittoria sul bagnato.

Di fatto ha compiuto una metamorfosi che non è solo di facciata: il Chupa Chups ha da tempo lasciato il posto a una “x” rossa su cui ruota una freccia bianca, togliendo al maiorchino quell’aria (e non solo) da guascone antipatico e dandogli il piglio del pilota “maturo”, solido, sicuro, dalla falcata toglifiato, oramai capace di gestire ogni situazione. Un pilota dalla guida “rotonda”, favorito anche da una Yamaha complessivamente più “morbida” delle moto avversarie, uomo da pole ma anche un passista portapunti, che non sciupa più occasioni, in grado di dare alla Casa dei tre diapason la serenità e la base necessaria per gli sviluppi futuri, in proiezione della nuova 1000cc.

E’ la dimostrazione che vincere fa bene e che la vittoria (vale per tutti) non viene a caso. Daniel Pedrosa Ramal, 26enne di Sabadell, tre titoli mondiali in saccoccia ma ancora a secco nella classe regina, è, in pista e fuori, l’opposto del suo amico-nemico connazionale. Ragazzo di poche parole, fra il serioso e il serio, sgobbone e meticoloso come pochi e uomo di squadra all’antica: uno che copre con un piede la perdita d’olio del motore della sua moto per non mettere in difficoltà Casa e Team.

Anche Dani, pilota che guida di potenza, sfavorito fin al 2010 dalla Honda potente ma “cattiva” quasi quanto la Ducati, è al punto di svolta della sua importante carriera: pare aver superato il limite che lo vedeva alternare grandi prestazioni a gare scialbe. Soprattutto il piccolo spagnolo sembra finalmente avere ritrovato piena fiducia nel “corpo a corpo”, suo vero tallone d’Achille.

Pilota da partenze a razzo e, se alla guida solitaria di una corsa, da passo incontenibile, pare aver trovato nell’arrivo in squadra di Casey Stoner più uno stimolo per un salto di qualità, che un intralcio.

Non va dimenticato che nel 2010 Dani centra quattro vittorie (Italia, Germania, Indianapolis e San Marino), cinque secondi posti (Spagna, Olanda, Catalogna e Repubblica Ceca, Aragona) e quattro pole position (Spagna, Italia, Repubblica Ceca e San Marino). A Motegi il 2 ottobre è vittima di un brutto incidente con la frattura in tre punti della clavicola sinistra. Così è costretto a saltare anche i Gran Premi di Malesia e Australia, chiudendo la stagione al 2° posto con 245 punti.

Ancora “frenato” in questo inizio di stagione per problemi relativi a quella caduta, il pilota della Honda (dopo il nuovo intervento ortopedico di queste ore) ha tutte le carte in regola per giocarsi la partita della conquista del titolo iridato.

Lorenzo e Pedrosa sono due stelle capaci di risplendere per un bel po’ nel firmamento del motociclismo mondiale. Insomma, gli spagnoli ci sono. Per di più, sull’onda di Jorge e Dani, già scalpitano le nuove leve Made in Spain. Sarà un caso?

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