MotoGP: le delusioni di Jerez fra pioggia, cadute, ambizioni e talento
E’ arrivato il momento di parlare della Jerez che non volevamo vedere, e questo weekend ci sarebbe da scrivere un libro. Il maltempo ha fatto da padrone, e ha rovesciato i destini di gara, piloti, team e anche dei marshall a bordo pista. L’acqua, però, non era poi tanta; scrosci alternati non hanno riempito completamente la pista, era difficile vedere dei punti in cui i piloti alzavano le classiche nuvolette d’acqua.
Sarà proprio per questa condizione di bagnato medio che le gomme non hanno funzionato a dovere, e la prima nota negativa del weekend la dedichiamo proprio alla Bridgestone. I pochi piloti che sono rimasti in piedi, hanno portato la moto a fine corsa con delle vere e proprie slick. Raramente le rain hanno subito un simile deterioramento, ed è anche per colpa loro che abbiamo visto cadute in staccata, accelerazione, piega leggera, piega esagerata. Correre a Jerez ieri era come assistere ad una partita di calcio saponato.
Qualcuno, inoltre, deve aver dato da bere ai commissari di gara, che dopo pranzo pareva non fossero presenti con il cervello sui veri problemi delle pista. Nel doppio tuffo Rossi-Stoner si sono lanciati in pista ben 8 marshall, tutti fiondati immediatamente sulla moto di Rossi, lasciando Stoner al suo triste destino e alla sua istantanea furia… Solo dopo aver sentito chissà quale bestemmia in australiano, i commissari che toccavano il corpo di Valentino senza una apparente utilità, si sono fiondati sulla Honda, ma era ormai troppo tardi. Rossi poteva sembrare quello messo peggio dei due, ma è stato l’unico a tenere la moto accesa, quindi quello che meno necessitava di una spinta.
Ma non finisce qui. Cade Simoncelli, fa per ripartire, ma non c’è nessuno a spingerlo. Simile la situazione per Randy De Puniet, Lanciato da un commissario in mezzo alla pista, sempre a moto spenta dopo la scivolata, e poi lasciato al suo triste destino, da solo in mezzo alla carreggiata. Queste MotoGP sono assai difficili da far partire con la grande compressione del motore, un commissario non può non essere preparato a questo, pensando di spingere allo stesso modo una 125 e una 800cc.
Sui piloti non possiamo puntare troppo il dito, perchè si sono ritrovati tutti sulla stessa barca: la caduta da pollo di Simoncelli, perciò, potrebbe anche passare come meno grave, considerando che i suoi avversari sono riusciti a fare anche di peggio. Spies butta all’aria un terzo posto scivolando a pochi giri dalla fine, regalandolo all’altro texano Colin Edwards, che per restituire il favore e non portare a casa il fardello di un podio gratis, ha deciso di immolarsi a qualche curva dalla fine. Hayden se ne frega e ringrazia entrambi.
Poi c’è la “La Caduta”. Abbiamo scritto già tanto fra ieri e oggi, ma è davvero questa la più grande delusione del weekend. Un errore da principiante per Rossi, una caduta stupida e una staccata tirata al limite all’ottavo giro, non si sa perchè. Fosse scivolato da solo, avremmo parlato di una “stonerata” dei tempi passati, ma l’aver trovato proprio la Honda #27 appoggiata sopra la sua D16 dopo la caduta, ha peggiorato la situazione del 9 volte campione del mondo. L’anno è cominciato male per il Dottore, e pare continui peggio, mentre la nostra mente ripesca le immagini di altri eventi simili: Criville su Doohan, Capirossi su Harada, Michel Fabrizio su un po’ tutti i piloti della SBK e via dicendo.
“La tua ambizione è più grande del tuo talento”, ha detto Casey sorridendo in faccia a Rossi poco dopo. Vabbè, la rabbia ci sta, le parole sono pesanti e probabilmente dette con ancora un po’ di adrenalina nel sangue. La bella azione diplomatica di Valentino, andando a chiedere scusa e non reagendo alle faccia da schiaffi di Casey, è stata rovinata nell’intervista rilasciata poco dopo: “forse lui non sa chi sono io”. E’ brutto vedere due campioni di comprovata lanciarsi frecciatine davanti alle telecamere, facendo a gara a chi ce l’ha più grosso… il talento.